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Un piano a 2000 metri davanti alle Tre Cime: il concerto di Giorgio Sini

Il compositore di Treviso ha suonato al Rifugio Bosi: “Ho voluto raccontare dell’angelo di pietra scolpito da un soldato nella Prima guerra mondiale”



ROMA.  Un pianoforte a oltre 2.000 metri di altezza, per raccontare di un angelo di pietra che dovrebbe portarsi via i mali del mondo. Ad avere l'idea e anche il coraggio di una simile impresa, è Giorgio Sini, pianista, compositore e direttore d'orchestra di Treviso con la passione per la montagna.

"Quando, durante una delle mie escursioni, ho scoperto questo angelo di pietra, scolpito da un soldato nella guerra del '15-'18, davanti alle Tre Cime di Lavaredo, sono rimasto folgorato, non solo dalla bellezza della scultura in sé, ma dal suo significato. Ho immaginato quelle ali aprirsi, sbriciolando la pietra, prendere il volo verso il cielo e portar via il male dell'uomo".

E questo suo sogno, Giorgio Sini, ha voluto subito tradurlo in musica per riportarlo tra quelle montagne e condividerlo, non solo con il folto pubblico che per sentirlo è salito sino al rifugio alpino 'Angelo Bosi' a 2.205 metri altezza, ma forse anche, chissà, con quello stesso angelo che lo ha ispirato.

Così l'altra sera, sotto un cielo stellato e il profilo delle Tre Cime che si stagliava sullo sfondo, Giorgio Sini ha regalato, oltre al sogno dell'angelo, anche altri brani del suo ultimo album "Angels on my piano" tra cui "Unica stella", "Luce" (quest'ultimo tratto dal suo precedente Cd "Ghost on my piano") e mirabili esecuzioni di un repertorio classico dominato da Beethoven. "Con la mia musica - racconta Giorgio Sini - e con la scelta di suonare così, anche tra le montagne, spero di far arrivare, soprattutto in un periodo così buio come quello che stiamo vivendo, anche un altro messaggio: quello di un rispetto sacro per la natura che poi si traduce in un indispensabile bisogno di pace". 













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