Zeni: «Punti nascita, rotazione dei medici e incentivi nelle valli»

L’assessore ha dato mandato all’Azienda sanitaria di usare tutti gli strumenti possibili per attirare personale per Cles e Cavalese: «Dai territori servono iniziative per rendere attrattive le periferie»


di Chiara Bert


TRENTO. Ora che il ministero ha «salvato» i punti nascita di Cles e Cavalese, affossando quelli di Tione (già chiuso) e di Arco, la sfida per la Provincia diventa quella di trovare i medici e il personale disposti a lavorare negli ospedali di periferia. Sfida difficile, visti i risultati degli ultimi bandi soprattutto per quanto riguarda pediatri e anestesisti. L’assessore alla sanità Luca Zeni spiega che

Assessore Zeni, l’Alto Garda è già sul piede di guerra per la chiusura del punto nascita di Arco. Cosa risponde?

Sapevamo che la valutazione finale sulla sicurezza dei punti nascita spetta allo Stato. Come Provincia ritenevamo che la deroga potesse essere riconosciuta a tutti i nostri punti nascita e capisco il rammarico dell’Alto Garda, ma dobbiamo avere l’onestà di riconoscere che la risposta del Comitato Percorso nascita nazionale si basa su dati oggettivi come la distanza, le condizioni orografiche e la fidelizzazione delle donne che è altissima a Cavalese e Cles, più bassa ad Arco. Noi siamo soddisfatti che sia passato il principio che non basta il numero dei parti per decidere che un punto nascita è sicuro. Ogni territorio ha caratteristiche diverse che incidono sulla sicurezza.

Quanto tempo passerà per la chiusura del punto nascita di Arco?

I tempi sono legati all’attivazione del percorso nascite che precede e segue il momento del parto. A Tione abbiamo impiegato alcune settimane, si tratta di spostare sul territorio alcune figure, in particolare le ostetriche.

Il Centro di procreazione assistita resterà ad Arco?

Oggi (ieri, ndr) ho sentito il presidente della Comunità di valle e i sindaci e ho confermato loro l’impegno che abbiamo preso di implementare alcune specializzazioni, pneumologia, il Pronto Soccorso e appunto il Centro di Pma che oggi ha lunghe liste di attesa e che sarà potenziato con i ginecologi del punto nascita .

Per tenere aperti ciascuno dei punti nascita di Cles e Cavalese servono 18 medici e 18 professionisti. Come li troverete?

Il ministero è stato su questo punto categorico: per garantire l’apertura serve la copertura h24 di ginecologo, anestesista, pediatra, ostetrica. Dovremo trovarli e già oggi ho dato mandato all’Azienda sanitaria di procedere con tutti gli strumenti possibili. Pensiamo ad inserzioni su riviste nazionali ed internazionali. Sarà poi nominato un referente dell’Azienda che avrà il compito di aiutare i territori ad attivare quelle iniziative di contesto che possono aumentare l'attrattività degli ospedali periferici.

In che modo?

L’obiettivo è costruire contesti lavorativi capaci di offrire un'alta qualità della vita. Faccio un esempio: se con risorse del territorio si può offrire un’accoglienza che eviti di pagare l’affitto a Cavalese, può aiutare.

Il ministero raccomanda la rotazione del personale per garantire un’adeguata casistica.

Sì, è un aspetto sindacale su cui stiamo lavorando. Oggi la rotazione è un’eccezione, nei prossimi bandi diventerà ordinario che chi viene assunto a Trento potrà ruotare anche negli ospedali di periferia. Sappiamo che la sicurezza è fortemente correlata anche alla casistica.

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