Vibrazioni contro gli insetti dannosi

Agricoltura: importante ricerca sulle viti della Fondazione Mach


Jacopo Tomasi


SAN MICHELE. Importante scoperta alla Fondazione Mach di San Michele. Un gruppo di ricercatori, per evitare l'accoppiamento e la riproduzione degli insetti dannosi, al posto degli input chimici ha immesso nella pianta di vite micro-vibrazioni con un apparecchio elettronico, ottenendo risultati sorprendenti. Gli autori di questo interessante studio, il primo in questo campo a livello mondiale e che è appena pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale PlosOne, sono Anna Eriksson, Gianfranco Anfora e Valerio Mazzoni del gruppo di ricerca di "Chimica Ecologica" del Centro ricerca e innovazione, in collaborazione con ricercatori dell'Università di Pisa e del National Institute of Biology di Lubiana, con il supporto dell'azienda Cbc di Milano.

Il metodo di confusione sessuale basato su micro-vibrazioni artificialmente introdotti nei tessuti delle piante si è dimostrato molto efficace, impedendo l'accoppiamento di oltre il 90% delle coppie saggiate, a fronte di un tasso di insuccesso delle coppie di insetti usate come controllo, vale a dire non sottoposte a disturbo vibrazionale, intorno al 20%. E' stata utilizzata come specie modello la cicalina della vite Scaphoideus titanus, vettore del fitoplasma agente causale della Flavescenza dorata, una grave patologia della vite.

Gli ambienti di studio, localizzati nei vigneti della Fondazione Mach a San Michele, sono stati due: semicampo (tunnel sperimentali con piante di vite in vaso) e pieno campo (piante di tre anni).  In entrambi i casi, le piante erano allineate per un tratto di dieci metri e le micro-vibrazioni venivano applicate attraverso un mini-shaker applicato al filo di sostegno principale. Nei mesi di luglio e agosto dell'anno scorso, coppie di maschi e femmine sono state rilasciate a più riprese e mantenute ogni volta per sedici ore consecutive in gabbie contenenti le singole piante, nel caso del semicampo, oppure in manicotti inglobanti alcuni tralci delle piante di campo.

La confusione sessuale è ormai riconosciuta come un importante metodo di controllo ecocompatibile degli insetti che ha trovato notevole diffusione in numerose aree agricole, specialmente in Trentino.

Immettendo nell'ambiente feromoni sessuali femminili, i maschi di certi insetti (soprattutto lepidotteri) vengono, appunto, confusi e quindi resi incapaci di trovare una partner con cui riprodursi, evitando così l'utilizzo di insetticidi. «Questi promettenti risultati sono molto importanti», sottolinea Roberto Viola, direttore del Centro Ricerca e Innovazione della Fondazione Edmund Mach, «perché ipotizzano una innovativa strategia di confusione sessuale per il controllo di insetti dannosi alle colture agrarie».

Esistono, infatti, numerosi insetti la cui comunicazione sessuale non si basa su feromoni cioè odori ma bensì sull'emissione di vibrazioni specifiche in grado di fornire precise indicazioni sulla posizione degli individui. Ciò significa che il segnale vibrazionale permette al maschio di trovare la femmina qualora questi vengano a trovarsi sulla stessa pianta.













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