nella nuova facoltà

Vetro cede, chiusa la grande sala lettura

A Lettere, divieto di accesso allo spazio al terzo piano. Forse il grande caldo la causa dell’incrinatura di un pannello


di Luca Marognoli


TRENTO. È inagibile da alcuni giorni la sala lettura al terzo piano della facoltà di Lettere, in via Inama. L’accesso a quella che viene chiamata “la tazza”, uno spazio a pianta circolare pieno di tavoli attrezzati proprio sopra all’auditorium, è interdetto da un nastro bianco e rosso e da un cartello con la scritta “divieto d’accesso”.

Con i suoi circa 130 posti è il principale “polmone” per gli studenti di diverse facoltà che cercano un posto dove studiare: la luce non manca perché il soffitto è quello di vetro della facoltà (che rende però l’ambiente un vero e proprio forno - dicono i ragazzi - durante l’estate e non solo per l’effetto serra che si crea all’interno). E il motivo del divieto d’accesso sta proprio lì: se si alzano gli occhi al cielo si nota che alcuni pannelli di vetro sono coperti da quelli che sembrano dei teli scuri.

Alla reception spiegano che un pannello si è rotto e che quindi l’accesso degli studenti è stato vietato, in via precauzionale. Il motivo della rottura non è noto: si parla di una possibile incrinatura causata forse dal grande caldo di questa estate. Fatto sta che il danno c’è stato e ora bisogna intervenire. L’Università è in attesa del pezzo di ricambio, che non è ancora arrivato a causa delle ferie delle ditte fornitrici. Nel frattempo gli studenti sono confinati sui tavoli lungo i corridoi dei piani e nel grande atrio al pianterreno della facoltà.

Una struttura imponente costata 48 milioni di euro quella progettata dal gruppo giapponese Ishimoto. Nell'edificio, che si sviluppa in tre corpi fabbrica e cinque piani fuori terra, sono state realizzate 32 aule, tra le quali 4 informatiche e la nuova aula magna di ateneo da 330 posti. I posti sono complessivamente 2.500, 170 le postazioni informatiche. l lavori, iniziati il 16 ottobre 2007, si sono conclusi il 15 febbraio 2012.

Due i piani interrati adibiti a parcheggi (per circa 200 posti auto), centrali tecnologiche e depositi; sulle coperture sono stati collocati la maggior parte degli impianti meccanici (centrale termica, gruppi frigo, unità di trattamento dell'aria). Tutte le aule sono attrezzate di impianto audio-video e possibilità di interconnessione multimediale da regia centrale, copertura wireless (estesa a tutto l'edificio e agli spazi di pertinenza esterni) e cattedre dotate di pannelli di controllo touchscreen per tutte le funzioni impiantistiche e domotiche. Ogni posto aula è dotato di presa di alimentazione elettrica per pc portatile.

La facoltà - era stato spiegato in sede di presentazione - è stata ideata come una «struttura aperta al territorio, priva del carattere di recinto esclusivo e specialistico e invece capace di valorizzare l'intorno privilegiando linguaggi architettonici innovativi ma coerenti con quelli del contesto esistente». È collocata in un'area di transizione tra la città consolidata - delimitata da via Tommaso Gar - e il contesto urbano in via di ridefinizione caratterizzato dall'ampia curva della cinta ferroviaria del Brennero.

«L'intervento è stato pensato come occasione per ricucire due porzioni di tessuto urbano rimaste finora separate e per creare un nodo di collegamento tra la futura biblioteca di Ateneo, che sorgerà su piazzale Sanseverino, e la facoltà di Giurisprudenza attestata su via Rosmini».













Scuola & Ricerca

In primo piano