Una vita sui cantieri addio a Mariano Marsilli

Direttore e legale rappresentante della storica impresa di costruzioni si è spento domenica sera in ospedale. Il ricordo commosso dei dipendenti



ROVERETO. Lutto nel mondo dell’imprenditoria roveretana. Mariano Marsilli, una vita da direttore e legale rappresentante dell’impresa di costruzioni Marsilli spa, domenica sera è morto all’età di 82 anni, vinto da un male incurabile. Da febbraio era in cura nel reparto di medicina del Santa Maria del Carmine. Mariano Marsilli, assieme al fratello Luciano, aveva rilevato l’impresa di costruzioni avviata il 30 giugno 1945 dal padre Ernesto, guidandola fino al recente passaggio di proprietà. Il suo funerale sarà celebrato domani, alle 14, nella chiesa di Santa Maria. Sposato con la signora Mirca, Marsilli aveva due figli: Andrea e Paolo. «Mio padre era un entusiasta di natura, sempre attento alle innovazioni tecnologiche, era una persona sempre positiva, non l’ho mai sentito lamentarsi. Sempre aperto alle novità, l’azienda era la sua seconda famiglia», racconta il figlio Paolo. Una delle grandi passioni del padre era il volo a motore in montagna, ma anche lo sport, soprattutto lo sci.

«Persona e imprenditore di vecchio stampo ma allo stesso tempo informato sulla continua evoluzione di macchinari e soluzioni tecniche di cantiere; la sua grande dedizione al lavoro ha reso l'Impresa Marsilli un 'azienda di riferimento del settore per la serietà e capacità di organizzare e portare a termine i lavori con qualità e puntalità - raccontano con una lettera al Trentino i suoi dipendenti - Sempre presente sui vari cantieri e nella cava di inerte per la quale aveva sempre un occhio di riguardo, imprenditore con principi di serietà e onestà come il fratello Luciano deceduto nel dicembre 2010 insieme al quale hanno scritto un importante capitolo dell'economia trentina, indispensabile guida dell'azienda (la mattina alle 7 aspettava tutti nel suo ufficio per impartire le direttive ed era l'ultimo ad abbandonare gli uffici la sera), non solo un capo, ma anche uomo in grado di coinvolgere i propri collaboratori in uscite extra lavoro come lo sci di cui era grande appassionato, o come la pittura di cui tutti noi potevamo apprezzare le sue opere appese negli uffici aziendali».

«Era una persona semplice nei modi e nei fatti, ma anche determinato ed energico - racconta ancora il geometra Guido Cumer- ci conoscevamo molto bene, ero andato a trovarlo in ospedale due settimane fa: mi aveva detto che nutriva grande fiducia per la nuova cura che stava facendo. Un uomo sempre positivo, anche nelle difficoltà». Purtroppo domenica sera il male l’ha vinto e ha spento il suo entusiasmo, per sempre. (n.f.)

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