Troppe ondate di calore: dal ’90 sono raddoppiate

L’esperto in climatologia Eccel cita un’indagine della Fondazione Mach Aumenta anche la frequenza di grandinate e precipitazioni brevi ma violente


di Luca Marognoli


TRENTO. Le ondate di caldo che hanno colpito il Trentino quest’estate non sono state eccezionali, se si considera che il termometro è salito fino a picchi di 37 gradi e per periodi di tempo limitati. Ma negli ultimi trent’anni la loro durata è raddoppiata: da 20 a 40 giornate nell’arco dell’estate. Ad osservarlo Emanuele Eccel, tecnologo del Centro ricerche e innovazione della Fondazione Mach ed esperto in climatologia. «In Trentino l’aumento di temperatura è stato in media di 1.5 gradi circa in 50 anni, ma in estate l’aumento è stimabile in 2 - 2.5 gradi», dice l’esperto. «Gran parte di questo aumento deve essere attribuito alle temperature massime. Il perdurare di condizioni anticicloniche estive, normalmente in estate di origine africana, porta con sé aria calda e scarsa nuvolosità». E’ aumentata però anche la frequenza di precipitazioni violente ma di breve durata, come quella che si è abbattuta sull’Alto Adige nei giorni scorsi. Lo stesso si può dire per le grandinate, normalmente associate ai temporali, che rispetto al passato si verificano più spesso.

Quando non producono disastri idrogeologici, i temporali - osserva Eccel - hanno sui rilievi alpini un effetto benefico: «Essi sono importanti nel mitigare la durata delle ondate di caldo, cosa che per lo più non si verifica dalla Pianura Padana in giù. Inoltre, nelle zone alpine, anche alle basse quote, la notte si verifica un abbassamento termico che non si ha altrove, in particolare sulla costa, dove oltretutto l’umidità è generalmente maggiore. La presenza di ore con temperature gradevoli aiuta molto la sopportazione dei periodi afosi. Anche grazie a queste particolarità, nella nostra regione le temperature in questo periodo hanno superato i 30° di un paio di gradi al massimo, restando ben lontane dai 40 gradi e oltre misurati al Centro – Sud. Ecco perché dico che non ci troviamo in condizioni di eccezionalità».

Tuttavia, c’è un dato relativo al lungo periodo che fa riflettere: la durata delle ondate di calore in Trentino è in incontestabile aumento. «Da un valore intorno a 20 giorni nel trentennio 1961-’90 si è arrivati a circa il doppio negli ultimi vent’anni. Naturalmente il record assoluto si è avuto nel 2003, con valori intorno a 90-100 giorni». Le ondate di calore vengono definite, misurando i superamenti rispetto ad una soglia di riferimento che varia a seconda della stazione (a Trento Laste, 300 metri di quota, è fissata a 29.3 gradi): la temperatura indicata deve essere raggiunta in almeno 6 giorni consecutivi. Questi dati, assieme a molti altri, fanno parte di una pubblicazione che la Fondazione Mach presenterà ufficialmente il mese prossimo: in essa verrà analizzato l’andamento climatico di una quantità di indici di temperature e precipitazioni in Trentino negli ultimi 50 anni.

A livello globale, la probabilità che si verifichino ondate di calore è aumentata fortemente. Eccel cita gli studi di James Hansen, responsabile del Goddard Institute for Space Studies della Nasa, da sempre in prima linea per indagare, con le sue ricerche, le problematiche del riscaldamento globale. Sotto accusa l’impiego massiccio dei combustibili fossili, che sarebbe stata all’origine anche della lunghissima ondata di caldo che colpì una buona parte dell’Europa tra giugno e agosto del 2003, con decine di migliaia di vittime, e quella altrettanto eccezionale che si verificò in Russia nell’estate del 2010.

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