Trentino: sci e montagna diventano materie scolastiche

La proposta degli impiantisti: settimana bianca per tutti gli studenti


Robert Tosin


TRENTO. Gli studenti trentini non fanno la settimana bianca. Le scuole non la propongono, il calendario non lo permette. E allora ci pensano gli imprenditori degli impianti di risalita a lanciare la proposta: un accordo delle categorie con l'appoggio delle istituzioni. E così anche i ragazzini trentini potranno riappropriarsi della loro montagna e di uno sci che sia sport e non agonismo. L'idea è stata buttata sul tavolo nel corso dell'ultima assemblea nazionale dell'Anef che riunisce gli impiantisti. C'era anche la presidente trentina, Valeria Ghezzi. «Sì è vero - dice - ci siamo parlati tra colleghi e abbiano notato questa anomalia. Alcune regioni italiane ci stanno già provando, all'estero invece è una prassi consolidata. In Trentino, invece, il concetto di settimana bianca non c'è e nel calendario scolastico non si trova lo spazio». Curioso che proprio nella terra del turismo sciistico per eccellenza non si sia pensato agli studenti, sciatori e cittadini del prossimo futuro. «E' un nuovo concetto che vorremmo portare all'attenzione - continua ancora la presidente Ghezzi - che va al di là della gita scolastica e dell'aspetto pur importante della socializzazione. La settimana bianca che abbiamo in mente è educativa, didattica. Lo sci moderno, anche quello turistico, è diventato quasi industriale, ha perso quegli aspetti che devono invece ritornare attraverso una corretta educazione. Sciare nel nostro progetto diventa quasi una scusa, avvicinarsi allo sport più democratico che ci sia, senza l'ansia da prestazione. Scivolare in mezzo alla natura, riconoscere gli alberi, imparare la sicurezza, rispettare le regole e gli altri. Sulle piste abbiamo le forze dell'ordine che sicuramente sarebbero ben disponibili a dare una mano. E poi la natura, riconoscere una pianta, un animale. E anche qui le istituzioni potrebbero svolgere la loro funzione su un terreno ideale, perfetto: quello dei ragazzi che crescono». All'Anef la proposta è piaciuta. Ora si tratta di fare sistema con gli altri settori, impresa tutt'altro che scontata perché uno dei limiti che spesso si registrano nelle strategie di marketing c'è proprio l'attività a compartimenti stagni da parte dei protagonisti dell'economia turistica. «E' una sfida anche per noi imprenditori - dice Ghezzi - ma credo che su questa ipotesi ci possa essere una convergenza facile. Il primo passo sarà quello di confrontarci su un progetto dove ognuno possa fare la sua parte. Noi, per esempio, possiamo metterci i campi da sci e gli skipass. Ma poi ci sono le scuole di sci, gli alberghi, le forze dell'ordine e tutti quegli enti che hanno a che fare con la montagna e l'ambiente». Il suggerimento è quello di cominciare da un primo "assaggio". «Io sono per le cose facili e concrete - dice Valeria Ghezzi - anche perché so che magari le famiglie potrebbero un po' storcere il naso di fronte alla prospettiva di una settimana sulla neve. Cominciamo allora dalla "giornata bianca" proposta a quelle zone trentine dove non c'è l'abitudine a farla, come ad esempio il Basso Trentino, la Vallagarina e l'Alto Garda. E' un primo passo che potrebbe stimolare l'interesse e dare già qualche buona risposta in vista poi di un allungamento del periodo. Ma anche la Provincia deve fare la sua parte, visto che i calendari scolastici possono essere calibrati e costruiti "in casa"».

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