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Straordinari non dovuti risarcito il Ministero

Il Comune ha dovuto restituire 4063 euro: per le politiche del febbraio 2013 avevano lavorato nove dipendenti diversi da quelli inseriti nella lista ufficiale



ROVERETO. La burocrazia ha regole ferree e non c'è buon senso che tenga: quelle sono. Che poi una volta ne sia vittima il Comune (contro i cui termini, tempi, modi e forme annaspa di regola il comune cittadino) dimostra a voler essere positivi che almeno la rigidità vale per tutti. O, a voler essere pessimisti, che il ginepraio è tale che anche chi ne conosce una a una le articolazioni e le spine, finisce per rimanerci impelagato. Sta di fatto che Rovereto deve attingere ai propri fondi per restituire al Ministero dell'Interno 4063,32 euro: gli straordinari pagati dallo stesso Ministero a nove dipendenti comunali (8 agenti della polizia municipale e un dipendente dell'ufficio anagrafe e stato civile) e non dovuti. E lo ha fatto con una determina dirigenziale di fine agosto.

Il punto è che quegli straordinari non sono affatto contestati: i dipendenti hanno lavorato oltre il normale per le elezioni, e quindi sono stati giustamente pagati. Solo che ad un controllo della Ragioneria dello Stato di Trento è risultata una parziale discordanza tra coloro che erano stati autorizzati a lavorare in straordinario, e coloro che invece hanno materialmente lavorato. E siccome di burocrazia si tratta, appunto, un lavoratore non autorizzato non può fare straordinario, anche se in realtà ha dovuto supplire, come è successo, alla defezione all'ultimo minuto di suoi colleghi che erano nella lista originaria dei chiamati al lavoro ed erano stati autorizzati. In realtà quindi lo Stato aveva preventivato di pagare quei 4063 euro per le operazioni elettorali, ma se li risparmia. Mentre il Comune che non aveva in conto di pagare per le elezioni, spende del suo. Sarebbe importante sapere dalla Ragioneria dello Stato come comportarsi in futuro per evitare che questa storia si ripeta. La lista dei chiamati al lavoro straordinario viene consegnata per tempo. Poi può esserci chi si ammala, chi ha problemi familiari, chi è colto da crisi mistica, si inerpica su una colonna e si rifiuta di scendere. Con 9 persone al lavoro in meno le operazioni avrebbero subito rallentamenti o sarebbe venuta meno la loro sicurezza? Se si erano stimate necessarie, probabilmente sì. Ma se si sostituisce chi dà forfait, lo Stato non lo paga.(l.m)

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