Stenico, si iscrive alla Cgil: licenziato

La ditta Omb avanza motivi economici. Il sindacato ribatte: «E’ in piena salute»


Ettore Zini


STENICO. Sposato con due figli, viene licenziato e i colleghi scapoli si offrono di venir licenziati al suo posto. Succede a Stenico: la Omb, produttrice di supporti per televisori Lcd e al plasma invia una lettera di licenziamento a Ben Said, 37 anni, tunisino, dal 2008 dipendente dell'azienda.

Spiegazioni non ce ne sono. La lettera dice semplicemente: «Abbiamo deciso di risolvere il rapporto di lavoro». Motivi economici: è la precisazione, a voce, del proprietario Carlo Bailo. La stessa risposta la dà all'Ufficio del Lavoro che chiede spiegazioni. Anche se, alla ditta il lavoro non manca. Si stanno facendo addirittura gli straordinari. Sta di fatto, che l'operaio è a casa, con una famiglia a carico.

Tra i colleghi, dieci del posto e tre extracomunitari, scatta la solidarietà. Alcuni di loro non hanno famiglia e possono permettersi di stare qualche mese senza busta paga. Avanzano la richiesta di sostituirsi a Ben Alì. La cosa non ha seguito. Interpellata da noi, l'azienda, attraverso il suo legale, non vuole rilasciare dichiarazioni.

Su quel licenziamento, però, c'è qualcosa da ridire. Motivi economici, dicono i sindacati, non ce ne sono. L'Omb è in piena espansione. Le commesse anche. Su quel fronte, la motivazione non regge. «I problemi sono altri - dice Sandro Straolzini della Cgil - da quando ci siamo interessati all'azienda, i rapporti sono diventati tesi. E, a farne le spese, è stato proprio Ben Said, il primo a iscriversi alla nostra organizzazione».

Il sindacalista ne è convinto. Said non avrebbe fatto i nomi di chi si era rivolto al sindacato. «Gli operai - dice - si erano rivolti a noi, per certi orari strampalati che li obbligavano a pause troppo lunghe, per cui, per fare 8 ore, erano impegnati per 12 o 13 al giorno. Un comportamento anomalo. Non contemplato nel contratto nazionale metalmeccanici e artigianato. Di cui siamo venuti a conoscenza durante le normali assemblee di fabbrica».

I controlli - spiega il sindacalista - hanno rivelato una realtà inaspettata. Durante le pause, la sera ed anche di domenica l'Omb utilizzava personale di un'altra azienda. La Storace di Riva del Garda, a cui un accertamento ispettivo, conferma Straolzini, ha trovato 3 dipendenti in nero. E, indotto la Cgil, a chiedere alla Uopsal (Servizio Protezione ambiente della Provincia) anche un controllo dei fumi, del reparto saldatura. Le verifiche sono in corso.

I controlli, dice il sindacato, hanno indispettito il titolare, che ha licenziato il tunisino. Con preavviso pagato. All'ultima assemblea sindacale, alcuni iscritti hanno disdetto la tessera. Il clima di preoccupazione, spiegano, era palpabile. Nonostante la pressione, alcuni però sono stati autori del bel gesto. C'è in corso una causa di reintegro. Il sindacato stigmatizza un comportamento da padre padrone, inaccettabile, in Trentino. Una vicenda di questo tipo, chiosa, dovrebbe far riflettere sulle motivazioni "economiche" del famoso articolo 18 dello Statuto.













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