Scoppia il «caso LaVis» e il Pd stoppa Rossi

Leaseback di 10 milioni di euro per salvare la cantina: «Serve più tempo». Riserve di Olivi sul bonus aggiuntivo in busta paga: investire altrove i 14 milioni



TRENTO. Si annuncia una seduta calda oggi in giunta provinciale. Sul tavolo arrivano due delibere delicate e finanziariamente pesanti, sulle quali il via libera del Partito democratico non è scontato. Sono 24 i milioni di euro in ballo: 10 milioni riguardano il leaseback a favore della cantina LaVis attraverso Cooperfidi, un’operazione che il presidente della Cooperazione Diego Schelfi ha definito «una boccata d’ossigeno» per la cantina ancora in difficoltà finanziaria; gli altri 14 milioni sono il pacchetto che la giunta ha previsto di destinare al taglio dell’addizionale Irpef per i redditi fino a 28 mila euro.

Salvataggio LaVis. La delibera in questione, che sarà presentata dall’assessore Tiziano Mellarini (Upt), competente sulla Cooperazione, autorizza Cooperfidi ad acquistare una parte della cantina, utilizzando 10 milioni di euro del fondo immobiliare, e prevedendo che un soggetto terzo (commercialista o revisore contabile) esamini il piano industriale della LaVis. Ma è proprio sul piano finanziario e industriale della cantina che il Pd vuole vederci più chiaro. L’ultimo bilancio ha chiuso con una perdita di 6,7 milioni e debiti per 116 milioni.

Lo stop del Pd. I tre assessori Pd - il vicepresidente Alessandro Olivi, le assessore Donata Borgonovo Re e Sara Ferrari - hanno fatto il punto ieri sera per concordare la linea unitaria che terranno stamani in giunta. E alla fine hanno deciso che chiederanno di rinviare la delibera di qualche giorno, per avere prima un confronto con Cooperazione, Cooperfidi e la stessa LaVis. «È una delibera arrivata all’ultimo e che invece doveva essere fatta sedimentare - è il ragionamento degli assessori dem - no agli interventi una tantum, c’è bisogno di capire se l’intervento di leaseback è inserito in un progetto più ampio di rilancio». I dubbi riguardano l’intero gruppo consigliare. Luca Zeni, che ha seguito la vicenda, spiega: «Stiamo parlando di uno dei tre grandi poli vitivinicoli, insieme a Cavit e Mezzacorona, ricordiamoci che quando è esploso lo scandalo si scoprì un debito di 90 milioni di euro. Oggi i revisori certificano che il bilancio non si chiude senza i 10 milioni di leaseback. Dobbiamo chiederci se questo salvataggio ha una prospettiva o se rischiamo di dare di nuovo ossigeno e ritrovarci tra due anni punto e a capo. E interroghiamoci sulle prospettive: servono tre grandi cantine in Trentino?». Invita alla cautela anche Bruno Dorigatti: «Serve un progetto di rilancio credibile, altrimenti è una perdita di denaro pubblico che si limita a tamponare una falla». Ma LaVis ha bisogno che la giunta approvi la delibera entro il 30 giugno per inserire i 10 milioni a bilancio.

Taglio dell’Irpef. Arriva oggi in giunta anche la delibera che riduce dall’1,23% allo 0,9% l’addizionale regionale all’Irpef per i redditi fino a 28 mila euro. Una scelta per rilanciare i consumi che la Provincia aveva fatto nella Finanziaria, e che torna in discussione alla luce del bonus Irpef da 80 euro del governo Renzi per i redditi fino a 26 mila euro. Un bonus che - diversamente da come si era ipotizzato - non avrà un effetto sul gettito della Provincia, la quale avrà comunque un esborso di pari entità (50 milioni) sul fronte di maggiori accantonamenti. La misura provinciale vale 14 milioni : un budget sul cui utilizzo il vicepresidente Alessandro Olivi, sostenuto dai sindacati, ha chiesto un «surplus di riflessione»: «Chiediamoci se ha più senso aggiungere 8 euro al mese di bonus agli stessi beneficiari o se non sia meglio dirottare quelle risorse su altre misure, sgravi Irap, ammortizzatori, politiche del lavoro per i giovani».













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