Rovereto, una folla alla scoperta dello Zandonai

Grande successo per le prime visite guidate al rinato teatro a che è stato presentato anche al consiglio comunale


di Michele Stinghen


ROVERETO. E così, i roveretani hanno scoperto di avere un gioiello in casa. Ieri sono cominciate le visite guidate al restaurato teatro Zandonai, e forse tanta bellezza non ce la si aspettava. Dai colori agli affreschi, dai lampadari in vetro di Murano ai pavimenti, per i roveretani tornare nel loro teatro è una riscoperta. I lavori di restauro hanno recuperato i colori ed esaltato vari particolari, che, prima della chiusura, erano occultati o poco visibili. Basti pensare alle colonne che affiancano il palco; le avevamo viste l'ultima volta grigie, ora è stato restituito loro il colore rosso. Restituendo così profondità all'aula teatrale. Due sono i colori che caratterizzano l'interno: proprio il rosso, e l'azzurro. «Il rosso si ritrova in tutti i passaggi dell'edificio: dal foyer alla sala, nelle gallerie e nei palchi», ha spiegato ieri durante la presentazione del teatro l'architetto Michele Condini, della direzione lavori. Mentre l'azzurro è il colore principale delle bellissime decorazioni, presenti nell'aula principale e nel foyer (questi ultimi scoperti proprio durante i lavori). Nei dodici anni di lavori, travagliati, l'ufficio di direzione lavori si è ritrovato più volte di fronte a dei bivi.

«È stato un continuo immaginarsi come sarebbe stato il teatro al momento dell'apertura, nel 2014 – continua Condini – perché emergevano continuamente stratificazioni di storia. Ed ogni volta sottoponevamo ai politici le possibili soluzioni, spettava a loro decidere la direzione». Si è scelto di riportare lo Zandonai al 1871 (si chiamava ancora teatro sociale, la dedica al compositore è del 1920), all'indomani del restauro dell'ingegnere Tamanini. E ora, entrando a teatro, prevale lo stupore e la meraviglia, dopo la curiosità. Curiosità che ha spinto ben 2000 persone a prenotarsi al Museo Civico, per le visite guidate di questi giorni. Così tanti, che le visite saranno riaperte in maggio. C'è anche voglia di partecipare: «Abbiamo ricevuto, in questi giorni in Comune, anche la proposta di alcuni cittadini – aggiunge il sindaco Andrea Miorandi – disponibili a fare raccolte fondi, a fare donazioni, per arredare o migliorare il teatro». Dopo i 1111 giorni del contatore (ora scaduti, e che non facevano dormire assessori e tecnici, a partire da Paolo Piccinni), adesso ci sono nove mesi. Nove mesi al concerto inaugurale con l'orchestra Haydn, durante i quali si giocherà una partita altrettanto importante. «Si apre la seconda scommessa – afferma il sindaco Miorandi – quella della gestione. Non sarà una semplice trasposizione del programma ora in essere al Melotti, siamo obbligati a proporre qualcosa di più e di differente».

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