Rovereto: il senatore Robol colpito da infarto a Strasburgo

Il reggente della Campana operato d'urgenza: «Ora sto bene e torno a casa»


Giancarlo Rudari


ROVERETO. Dalla sala d'onore del municipio alla sala operatoria dell'ospedale di Strasburgo non sono passate più di tre ore. Tre ore che segneranno la vita del senatore Alberto Robol, 65 anni, colpito da infarto, ed operato subito d'urgenza, mentre in qualità di reggente della Campana dei caduti guidava la delegazione roveretana in visita alla città francese. Ora Robol, pur provato nel fisico ma non nello spirito, sta bene tanto che oggi dovrebbe rientrare in Italia con la moglie Carla che lo ha seguito giorno dopo giorno in questa disavventura. «Posso dire che è andata bene anche se ho passato momenti poco piacevoli» confida al telefono dal letto dell'ospedale di Strasburgo. Nella città simbolo dell'Unione europea, sede del Consiglio d'Europa, la delegazione della Fondazione e il gruppo degli "Amici della Campana dei caduti", era arrivata mercoledì per una serie di appuntamenti e di visite tra le quali l'incontro con il Comune di Strasburgo insignito il 4 aprile del Premio internazionale "Città della pace". Mercoledì sera l'incontro con l'ambasciatore italiano, giovedì in mattinata quello in municipio. E dopo i discorsi di rito e un piccolo rinfresco era prevista la visita al Consiglio d'Europa. Scattata la classica foto ricordo davanti al palazzo, mentre si attendeva l'ingresso, il reggente Robol ha accusato un malore. Veloce il trasferimento in infermieria, con l'assistenza dei due medici roveretani Claudio Zucchelli e Franco Saiani, e quindi i primi accertamenti che hanno confermato i sospetti di un grave scompenso cardiaco. Immediato il trasferimento in ospedale dove, dopo essere stato sottoposto ad una coronarografia, Robol è stato operato d'urgenza. L'intervento è riuscito perfettamente ed ora il senatore è seguito con grande professionalità nel reparto di unità coronarica intensiva assistito costantemente dalla moglie Carla. «Avevamo fatto il viaggio in macchina - racconta il vicereggente Lorenzo Saiani che ha assunto la guida della delegazione dopo il malore del reggente - in tutta tranquillità parlando degli appuntamenti che ci attendevano. Robol stava benissimo, pensava solo a questi quattro giorni che avremo trascorso a Strasburgo». E Robol non ha mai smesso di pensare a quegli impegni che, giocoforza, non ha potuto rispettare. «Il giorno dopo l'intervento era di nuovo al telefono per sapere se tutto procedeva per il meglio. Lui è così, un uomo di grande forza che non si ferma mai...» conclude Saiani.

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