trento

Punti nascita, parte la caccia ai medici

Non solo bandi di concorso, ma anche incentivi proposti dalle associazioni. E un sistema di rotazione fra centro e periferia



TRENTO. Sono 24 - fra pediatri e anestesisti - i medici di cui l’azienda sanitaria ha bisogno entro il 30 settembre per mantenere aperti 24 ore su 24 i punti nascita degli ospedali di Cles e Cavalese, cioè quelli “graziati” dal ministero, che attualmente funzionano con un sistema “part-time” che prevede in caso di necessità il trasporto delle madri a Trento, anche in elicottero. Per questo l’azienda sanitaria ha avviato una difficile “caccia” a questi camici bianchi (che in realtà scarseggiano in tutta Italia) puntando anche sulla collaborazione dei territori.

In particolare oggi il direttore generale dell’azienda sanitaria, Paolo Bordon, incontrerà i rappresentanti dell’associazione Parto per Fiemme (quella che con la collaborazione degli albergatori offriva l’alloggio alle madri intenzionate a mettere al mondo i figli in valle di Fiemme) con l’obiettivo di studiare un sistema di “incentivazioni” che possano servire a rendere più attrattive le valli trentine per i medici.

Bordon - come riportiamo nell’intervista che pubblichiamo in questa pagina - è interessato alla collaborazione che può venire da associazioni di categoria con l’obiettivo (comune) di mantenere i servizi sul territorio: «E’ chiaro che un territorio turistico è più attrattivo se è in grado di fornire ai propri ospiti anche servizi sanitari di qualità in caso di emergenza» spiega, citando i numeri dell’ospedale di Cavalese che registran

o importanti picchi durante le stagioni turistiche. L’azienda sanitaria non può naturalmente differenziare lo stipendio in base all’ospedale di riferimento ed è chiaro che non potranno bastare (per quanto importanti) eventuali benefit messi a disposizione dagli albergatori o da altre associazioni di categoria interessate a mantenere i servizi sul territorio.

Per questo - oltre a una campagna dell’azienda sanitaria con l’obiettivo di cercare i medici anche sulla stampa nazionale e locale - sarà avviato un confronto sindacale con l’obiettivo di garantire ai medici assunti negli ospedali di valle la possibilità di fare esperienza anche negli ospedali di Trento e Rovereto dove si concentreranno sempre più le prestazioni di maggiore complessità: «Al di là della qualità della vita che può offrire il territorio del Trentino, solo in questo modo, cioè con la possibilità di venire a contatto con realtà sanitarie di alto livello come a Trento, i nostri ospedali sul territorio potranno essere interessanti» aggiunge Bordon. «Ma questo può avvenire solo attraverso un confronto sindacale». Il confronto per il rinnovo del contratto della dirigenza medica è prossimo e il problema della reclutazione dei nuovi medici dovrà essere all’ordine del giorno. (a.s.)













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