IL CASO

Profughi lasciati per strada, verifiche sulle "scatole nere"

L'autista: "E' capitato solo due volte su quella corsa". A svelare la verità sarà il sistema di controllo a distanza di Trentino Trasporti.

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di Andrea Selva


TRENTO. L’autista denunciato per aver tirato dritto alla fermata dei profughi si difende così: «Nei giorni in cui sono stati girati i video sostituivo un collega e non mi sono accorto che i profughi volevano salire. Sono stato solo due volte su quella corsa» ha detto Moreno Salvetti, sostenendo che non può essere responsabile di altri disservizi simili, che pure sono stati denunciati a Trentino Trasporti e alla Provincia. Ecco allora che la società potrà verificare nel dettaglio se la fermata di via Pinera a Marco (e magari anche altre fermate considerate “sensibili”) sono state rispettate dagli autisti del servizio pubblico. Si tratta di una verifica che - come ha ricordato la presidente della società Monica Baggia - è già stata effettuata in merito alle corse di linea nei giorni in cui al volante si trovava Salvetti.

Il progetto Mitt (Mobilità integrata del trasporto nel Trentino) consente appunto di controllare anche a distanza di tempo ogni spostamento (e fermata) dei mezzi pubblici, compresa l’apertura (o meno) delle porte: una sorta di “scatola nera” dei mezzi pubblici. Ma c’è un dato che il sistema informatico dell’azienda non è in grado di restituire e cioè la presenza di passeggeri alla fermata. Ecco perché la situazione di Moreno Salvetti (autista ma anche consigliere comunale di Avio) è diversa: nel suo caso ci sono infatti due video (girati da persone che hanno raccolto le lamentele dei profughi) che dimostrano come alla fermata fossero presenti vari migranti e che aves- sero manifestato chiaramente l’intenzione di salire sul mezzo pubblico.

Salvetti ha tirato in ballo anche Carlo Plotegher, dirigente di Trentino Trasporti ma anche assessore a Rovereto e in precedenza presidente della circoscrizione di Marco, dove abita a pochi metri dalla fermata dove si sono svolti i fatti contestati. L’autista avrebbe infatti informato Plotegher dei problemi sorti durante una delle due corse effettuate in dicembre, in particolare di un profugo in mezzo alla strada. Nel mondo sindacale - da cui arriva la conferma che l’azienda può verificare anche a distanza di tempo le fermate degli autobus - la notizia fa molto discutere. Ma le dichiarazioni ufficiali sono molto pacate.

Roberto Pedrotti (sindacato Orsa) vuole ribadire il principio che il servizio pubblico non può essere messo in discussione: «La prima regola è quella di svolgere il servizio secondo le regole, quindi fermando il mezzo per far salire i passeggeri. Poi in caso di problemi l’autista sa come comportarsi, in base alle indicazioni ricevute dall’azienda».

Secondo Massimo Mazzurana (Cisl) l’importante ora è “non fare di ogni erba un fascio: il caso è stato segnalato alla procura della Repubblica che farà i suoi accertamenti. Certo i nostri autisti ogni anno effettuano milioni di fermate, un errore può capitare».













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