Profughi in Trentino: già pronti 120 alloggi

Accoglienza a Marco per pochi giorni e poi distribuzione sul territorio


Robert Tosin


TRENTO. Pronti. Già individuati 120 alloggi, altri 50 sono facilmente reperibili tra le disponibilità pubbliche. I profughi possono arrivare in Trentino quando vogliono perchè la macchina provinciale è preparata a dare risposte concrete alle domande avanzate dal governo. «Abbiamo lavorato come se i profughi dovessero arrivare ora - ha detto Dellai - e siamo pronti».
La riunione di Roma prevista ieri è slittata ad oggi, ma Dellai non ha voluto rinviare quella già in calendario fra le Comunità di valle, i Comuni di Trento e Rovereto e il Commissariato del governo. Avrebbe dovuto essere una riunione operativa basata sui numeri in arrivo da Roma, lo è stata ugualmente anche senza i numeri. D'altra parte è un'abitudine di Dellai muoversi senza aspettare la capitale. «Ci siamo mossi - ha detto il presidente - prevedendo lo scenario massimo che ci è stato prospettato, quindi come se dovessero arrivare 450 profughi». Il tavolo politico composto ieri sarà sempre operativo, mentre per l'aspetto tecnico s'è creato un gruppo più ristretto che fa capo alla protezione civile. A questo toccherà la gestione vera e propria dell'emergenza.
Le idee sono chiare. I profughi arriveranno a piccoli gruppi, o almeno così è stato richiesto da tutti. La prima tappa sarà il centro di protezione civile a Marco dove si fermeranno pochissimo, forse questione di giorni. Il tempo, insomma, necessario perché il tavolo tecnico valuti le singole esperienze e decida dove sistemarli. La scelta degli alloggi non è infatti scontata. Se arrivano delle famiglie serviranno alloggi adeguati, se ci sono bambini sarà importante valutare i servizi di cui avranno bisogno, se arrivano dei minori soli sarà fondamentale attivare le comunità d'accoglienza preposte. Sarà tutto un lavoro che seguirà i canali ufficiali.
La distribuzione sarà su tutto il territorio. «Le Comunità di valle - ha detto il presidente dei sindaci, Marino Simoni - hanno dimostrato grande responsabilità e grande disponibilità. I profughi che dovessero arrivare saranno distribuiti in modo omogeneo sul territorio sia a seconda delle disponibilità che dei numeri. Abbiamo chiesto di applicare un criterio simile a quello suggerito dal governo e cioè in base agli abitanti. Poi è ovvio, se qualche Comune ha più disponibilità di altri si potrà derogare, ma siamo tutti disponibili a fare la nostra parte».
Gli alloggi, dunque, già ci sono. E sono tutti pubblici. Non si tratta di alloggi Itea perché quelli rispondono alle graduatorie e quindi hanno già un "destino", ma l'ente pubblico ha già ampie disponibilità in parte destinate proprio ad accoglienze di questo tipo. Non va dimenticato, infatti, che in Provincia ci sono già trenta profughi e che il servizio di accompagnamento e integrazione non è una novità per il Trentino. Ulteriori 50 o 60 posti letto sono facilmente recuperabili. Con questi numeri significa partire da una base molto solida che permetterà di affrontare l'arrivo di piccoli gruppi con la necessaria tranquillità. «Nessun'intenzione - ha detto Dellai - di creare tendopoli da nessuna parte perché i profughi hanno necessità di una sistemazione stabile e di un programma di accompagnamento verso l'integrazione».
Non dovessero bastare si cercherà prima di tutto sempre tra le disponibilità pubbliche: strutture dismesse, colonie, istituti. Ma anche su questo fronte non c'è alcuna preoccupazione. Inoltre non va dimenticato che il volontariato s'è già mosso: ci sono disponibilità di aiuti ma anche di appartamenti e posti letto da parte di gruppi e associazioni. Toccherà al tavolo tecnico gestire e coordinare tutte queste proposte, ma è ovvio che la tendenza sarà quella di "arrangiarsi" con le disponibilità pubbliche. Dellai ha insistito su due aspetti: il primo è quello dell'informazione. «Che deve essere chiara per evitare la paura. Certo, la preoccupazione è comprensibile per qualcosa che ancora non conosciamo nei dettagli, ma non dobbiamo avere paura. Semplicemente dobbiamo prepararci per affrontare questa situazione con responsabilità». Il secondo aspetto è quello dell'organizzazione: e qui la macchina è già in moto. Il tavolo tecnico creato ieri è operativo».

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