TRENTO. Chiudere la partita del candidato presidente entro 20, al massimo 30 giorni, ha scandito il segretario del Pd Giuliano Muzio nel vertice dei segretari del centrosinistra autonomista. Un’accelerazione che ha sorpreso molti dei presenti, dopo che era stato proprio il Pd a chiedere al Patt di non affrettare i tempi. Ma allungarli - è stata la riflessione in casa Dem - non farebbe che indebolire ulteriormente una coalizione che ha subito lo shock del 4 marzo e in vista delle provinciali di ottobre si ritrova all’inseguimento di un centrodestra con il vento in poppa, un centrodestra a trazione leghista ma capace per la prima volta di risultare attrattivo anche per le civiche.

Il prossimo incontro di maggioranza è convocato per venerdì prossimo: si parlerà di candidato presidente e a quel punto tutti dovranno mettere le carte sul tavolo. Dire, quantomeno, se Ugo Rossi va riconfermato o se si punta ad un nuovo leader. Se prevalesse la seconda opzione, bisognerà vedere quale sarà la reazione del Patt, che ha già fatto capire di essere pronto a «cambiare schema» mandando in frantumi l’alleanza di governo. Realtà o bluff per alzare la posta e ottenere la riconferma del presidente? Nessuno al momento si sente di scommettere.

Se i Verdi con Boato hanno già detto no al Rossi-bis, Pd e Upt hanno sette giorni per chiarirsi le idee: dentro i due partiti si confrontano posizioni diverse, chi pensa che con l’attuale leadership si va alla sconfitta, e chi invece più pragmaticamente ritiene che cambiare adesso possa solo peggiorare le cose, anche perché non si vede un nome alternativo su cui tutti potrebbero convergere. Rispunta in queste ore anche l’opzione Carlo Daldoss, l’assessore ex tecnico considerato «il piano B» del Patt che potrebbe non essere indigesto all’Upt. I prossimi giorni saranno decisivi.(ch.be.)