le pensioni d'oro

Pahl: «Vitalizi, chi protesta è stato sobillato»

Il presidente degli ex consiglieri conferma i ricorsi: «Il mio sarà il primo, battaglia per la giustizia»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Franz Pahl non ha più un ufficio a Bolzano e riceve gli ex colleghi in un bar, il «Landhaus» di fronte alla stazione. Più volte nelle ultime settimane il presidente dell’associazione degli ex consiglieri provinciali ha dato appuntamento su quei tavolini per raccogliere i documenti necessari per avviare i ricorsi al Tar contro la nuova legge sui vitalizi. A Trento invece la sede della associazione c’è, dentro il palazzo della Regione, con tanto di targa. Pahl era al Landhaus Bar anche ieri alle 13.30. Chissà se è stato scelto a caso un luogo così vicino al palazzo della giunta e del consiglio provinciale. Una sfida? «Una battaglia per il diritto», risponde Pahl e non gli si venga a parlare dei cittadini che non ce la fanno più. «Chi protesta è stato sobillato e disinformato». Sono 127 i consiglieri o ex che dovranno restituire interamente o in parte le liquidazioni d’oro. Finora solo 18 si sono fatti avanti.

Quanti ex colleghi presenteranno ricorso?

«Ancora non lo so, perché abbiamo sessanta giorni di tempo. E quando lo saprò non dirò nulla. Non avrete da me nessuna informazione di questi tipo, né cifre né nomi».

Perché no?

«Perché c’è la privacy».

I ricorsi sono pubblici, consultabili sul sito del Tar.

«Non dirò nulla. Anzi sì. Un ricorso sicuramente ci sarà: il mio».

Nei mesi scorsi lei ha parlato. Perché ora il silenzio?

«Abbiamo parlato tanto quando era il momento di parlare. Per quattro mesi abbiamo sostenuto la discussione sulla legge regionale. Abbiamo offerto tutti i nostri argomenti giuridici ai partiti. La legge è stata varata e siamo entrati in una fase nuova, quella della vertenza giudiziaria. Non sarò certo io che replicherò il difetto italiano di intervenire sul lavoro della giustizia. Politica e magistratura sono poteri separati. Adesso non c’è nulla da commentare. L’essenziale lo abbiamo detto: è palesemente anticostituzionale intervenire su un accordo chiuso».

Vi rendete conto di quanto sia impopolare condurre una battaglia per evitare un taglio ai ricchi vitalizi ottenuti dalla attività politica?

«Conduciamo una battaglia per la certezza del diritto. È un tema che riguarda tutta la cittadinanza e difende indirettamente i diritti di tutti i lavoratori. Credo che sarà inevitabile arrivare davanti alla Corte costituzionale. Se la nuova legge regionale venisse dichiarata costituzionale, ogni governo potrebbe intervenire su ogni contratto. Ma non accadrà, ne siamo certi».

Ma le persone per strada si fanno sentire.

«Chi protesta è stato aizzato da voi giornalisti e da qualche politico di scarsa levatura».

Parliamo di cifre lontane dailla portata dei lavoratori normali.

«È una battaglia per la giustizia».

E’ ancora iscritto alla Svp?

«Sì. Questo non mi impedisce di dire quello che penso».













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