«Nessuno metterà le mani sull'ateneo»

Dellai pungolato da docenti e studenti: un confronto a tutto campo


Jacopo Tomasi


TRENTO. Il nuovo Statuto sta spaccando l'Università di Trento, dilaniata tra divisioni e attacchi. Le 502 adesioni alla "controbozza" rappresentano un atto di sfiducia al rettore, Davide Bassi, e alla commissione che l'ha scritto, ma sono soprattutto il termometro di un clima incandescente. Che vede coinvolta anche la Provincia, accusata di voler controllare e indirizzare le scelte dell'ateneo.

Una discussione dai toni accesi, spesso muro contro muro. Ieri, però, le contrapposizioni hanno lasciato spazio al confronto grazie al forum organizzato dal Trentino e moderato dal direttore Alberto Faustini. Attorno al tavolo, per discutere del futuro dell'Università, si è seduto il presidente della Provincia Lorenzo Dellai, che è stato sollecitato dai docenti Michele Andreaus e Bruno Dallago, lo storico Vincenzo Calì ed il presidente del consiglio degli studenti, Alessio Spitaleri. La preoccupazione diffusa è la solita: il rischio che la delega alla Provincia faccia perdere all'ateneo il suo carattere universale e l'autonomia di cui gode. Una minaccia che, per molti, prende forma nell'ipotesi di un consiglio d'amministrazione composto da 9 membri "esterni", contenuta nella bozza proposta dalla commissione Statuto. Il timore diffuso è che piazza Dante possa dettare alla ricerca le linee da seguire, rischiando di far perdere attrattività e prestigio ad un'Università appiattita su una dimensione locale.

Il presidente Dellai ha rispedito al mittente tutte queste preoccupazioni, ribadendo che «la Provincia non ha alcuna intenzione di mettere le mani sull'Università». «Purtroppo - ha continuato il governatore - mi pare che anziché discutere su come sfruttare l'opportunità della delega per far crescere l'Università ed il Trentino, in questi mesi ci si stia concentrando su come arginare la volontà di dominio della Provincia, che non emerge in nessun articolo dello Statuto». «Si discute dei fantasmi», ha proseguito Dellai che ha garantito di non vestire i panni di quei ricchi imprenditori che si comprano una squadra di calcio e pretendono di fare la formazione.

«La Provincia - ha ribadito - non è un finanziatore che vuole indirizzare l'Università, bensì un partner istituzionale che rappresenta le speranze e le aspettative di una comunità. Nessun membro del Cda dirà a ricercatori e professori cosa devono fare. Trovo però logico che una Provincia che investe molto cerchi di capire quali possano essere le piste principali sulle quali concentrarsi per far crescere l'ateneo, l'internazionalizzazione, le imprese, il lavoro. A questo serve un'Università: per creare opportunità di sviluppo, dando ai giovani un futuro migliore».  Scacciati i fantasmi di un'invasione di campo della politica, Dellai richiama il mondo accademico a non perdersi in discussioni sterili.

Sollecitato da Calì per «affiancare» l'attuale commissione Statuto da un'altra mini-commissione, il governatore ha ribadito che non va perso altro tempo e lo Statuto va approvato al più presto. «È da due anni che abbiamo una delega così preziosa e siamo ancora qui a discutere dello Statuto, pensando che la Provincia voglia mangiarsi l'ateneo. Trovo questi attacchi ingiusti verso un'istituzione che ha fatto nascere l'Università e l'ha sempre sostenuta negli anni, andando controcorrente, come dimostra l'ultimo grande investimento con l'acquisizione della delega dallo Stato».

Tra via Belenzani e piazza Dante bisognerà dunque trovare un equilibrio delicato, senza interferenze improprie, puntando sul "bene comune" che proietti l'ateneo verso l'Europa e permetta di avere ricadute positive a Trento: centri di ricerca, studenti eccellenti, legami con le imprese. Un progetto ambizioso, che va costruito su basi solide. Per questo sarà indispensabile rinsaldare le spaccature che si sono palesate all'interno del mondo accademico trentino in questi mesi. Il docente della facoltà di Economia, Michele Andreaus, ha criticato duramente l'operato della commissione Statuto e del rettore, affermando che è mancato completamente il confronto necessario in un passaggio così delicato.

Il professore di Sociologia, Bruno Dallago, ha invece colto positivamente la discussione che s'è accesa nelle ultime settimane, segno che il bene dell'Università sta a cuore al mondo accademico. Ora, però, è giunto il momento di deporre le armi e guardare al futuro. Per l'Università di Trento è in arrivo una vera e propria rivoluzione, ma per affrontarla nel modo migliore è fondamentale accogliere l'invito del rappresentante degli studenti, Alessio Spitaleri, che ha invitato tutti a mettere da parte gli interessi personali, mettendo al centro lo spirito antico dell'università.













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