MONTAGNA

Nell’autunno più caldo 8 morti in quota

Tantissimi escursionisti in un ambiente insolito (che non va sottovalutato). Il Soccorso alpino: «Massima prudenza»


di Andrea Selva


TRENTO. Da settembre a ottobre sono 8 le persone morte in montagna nelle province di Trento e Bolzano, per lo più a causa di un banale scivolone, come è accaduto nelle ultime ore agli escursionisti trentini Alessandro Mattivi e a Martino Maffei che hanno perso la vita sui gruppi di Brenta e della Presanella. Una sequenza impressionante di tragedie (anche se in realtà ci sono state stagioni nevose in cui il bilancio è stato molto peggiore a causa delle valanghe) tanto che il Soccorso alpino ha lanciato un appello ad adottare la massima prudenza: «Non fatevi ingannare dalle condizioni meteo favorevoli di questi giorni e dalle belle giornate di sole: in questo periodo in montagna, anche senza neve, l’ambiente è comunque invernale, con ampie zone innevate e ghiacciate». Non solo: «Le escursioni termiche hanno creato, soprattutto sui versanti esposti a nord, condizioni particolarmente impegnative e pericolose, con l’alternanza di terreni ghiacciate e zone erbose che risultano molto scivolose». Insomma il classico itinerario estivo se non viene affrontato con attenzione e l’attrezzatura giusta può diventare estremamente pericoloso. Non siete convinti? Pensate ai due trentini che hanno perso la vita su montagne che conoscevano e che non erano certo alle prime armi.

Il presidente del Soccorso alpino, Adriano Alimonta, descrive una montagna che anche le persone più esperte (soccorritori e guide alpine) devono cercare di interpretare: «Siamo di fronte a situazioni nuove anche per gente esperta. Tanto per fare un esempio, gli uomini del soccorso alpino che lunedì hanno partecipato alle ricerche delle due vittime sono tutti usciti con i ramponi ai piedi, anche per muoversi su versanti asciutti: serve umiltà e buon senso». Anche Alessandro Mattivi in realtà aveva i ramponi ai piedi quando è scivolato nei pressi di Cima Sassara ed è morto sul colpo per un colpo al capo. Ma le variabili in gioco sono tante.

Da settembre ad oggi troppe disgrazie Vittime di banali cadute o scivoloni, nuove croci quest’autunno sui versanti del Trentino Alto Adige

Terreno duro

Ricorda Alimonta che non serve il ghiaccio per scivolare: «E’ sufficiente camminare sul terreno duro, su cui gli scarponi non riescono a fare presa. Così un versante in costa, che d’estate non presenta alcuna difficoltà, in questo inverno che pare così invitante per gli amani dell’alta quota può diventare un’insidia mortale.

Ramponi

Indossarli prima di essere in difficoltà, anche su un prato quando la pendenza diventa elevata. E poiché con gli scarponi ramponati l’equilibrio può essere precario, bisogna abbinare i ramponi a piccozza oppure bastoncini da trekking. In mancanza dei ramponi possono essere molto utili anche le sem plici catenelle che si agganciano sotto le scarpe per non scivolare sul ghiaccio.

Gli orari

Il sole caldo di mezzogiorno non deve far dimenticare che alle cinque è già buio e che le temperature di notte sono molto più rigide di quelle estive.

La montagna senza presidi

In questo periodo ci sono molti escursionisti in quota, ma la frequentazione della montagna non è nemmeno lontanamente paragonabile a quella estiva. Inoltre i rifugi sono chiusi, a parte qualche eccezione legata soprattutto allo sci. Diventa ancora più importante, quindi, muoversi accompagnati e almeno indicare sempre la propria destinazione per rendere possibili eventuali interventi di soccorso.













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