Musei trentini, «super-paga» ai direttori

Stipendi (quasi) da dirigenti generali. E per la Belli incarico fino al 2015



TRENTO. Biglietti più salati per far fronte alle contrazioni di bilancio della Provincia, ma - al contempo - aumento delle buste paga dei direttori dei musei che verranno pagati (quasi) come un dirigente generale. E' il curioso destino che sta vivendo il mondo della cultura trentina, divisa tra l'esigenza di garantire degli stipendi «adeguati» alla dirigenza dei principali musei e quella di fare i conti con un bilancio più magro e con ticket d'ingresso insufficienti. Certo, la domanda - come si dice - potrebbe anche sorgere spontanea: era proprio necessario far coincidere (anche temporalmente) la decisione di aumentare il prezzo dei biglietti con quella di alzare gli stipendi dei direttori portandoli al livello dei massimi dirigenti in Provincia? La risposta non è semplice. Da un lato - dicono in Piazza Dante - i prezzi dei musei trentini erano fermi ormai da tempo e il sistema delle gratuità talmente vasto da ricomprendere quasi tutte le fasce di età. Per questo un adeguamento era necessario e dunque, nella fase di definizione della manovra finanziaria, si è deciso di intervenire con aumenti che potranno arrivare anche al 30 per cento. Proprio negli stessi giorni (per la precisione il 29 ottobre scorso) sindacati a Provincia (tramite l'Apran, l'agenzia provinciale per la rappresentanza negoziale) sottoscrivevano l'accordo di modifica del vigente contratto provinciale di lavoro della dirigenza. E' qui, all'articolo 2, che viene disciplinato l'aumento dello stipendio dei direttori dei musei. Dice la norma: «L'importo massimo della retribuzione di posizione dei dirigenti incaricati della direzione degli enti museali di pià elevata rilevanza della Provincia non può eccedere la misura prevista alla voce "retribuzione tabellare complessiva" del dirigente con trattamento economico di dirigente generale». Tradotto: pur mantenendo la posizione di dirigente di servizio, i direttori dei maggiori musei vedranno aumentata la loro indennità di posizione. I maligni giurano che la norma sembra scritta su misura per la direttrice del Mart Gabriella Belli, per il direttore del Museo di Scienze Michele Lanzingher e per il direttore del Museo Castello del Buonconsiglio Franco Marzatico. I tre - in effetti - risultano tutti inquadrati come dirigenti di servizio e proprio a loro sembra far riferimento quell'articolo 2 che parla degli «enti museali di più elevata rilevanza». In Provincia assicurano che nulla ancora è stato deciso anche se - vien detto - la delibera che darà forma a questo adeguamento di stipendio è in fase di preparazione. «La giunta - spiega il dirigente generale del Personale Silvio Fedrigotti riferendosi al Mart - dovrà autorizzare il consiglio di amministrazione del museo a prevedere l'adeguamento della retribuzione della direttrice entro certi limiti minimi e massimi decisi dallo stesso esecutivo». Una procedura simile dovrebbe essere seguita anche per gli altri due musei, ma nulla è ancora stato messo nero su bianco. Dovesse andare in porto il ritocco dello stipendio i tre direttori dovrebbero «sfondare» quota 100 mila euro, ma per la direttrice del Mart il momento è ancora più «magico» visto che è di qualche settimana fa la decisione del consiglio di amministrazione di rinnovarle l'incarico in scadenza per altri cinque anni, dal 2010 al 2015. Cinquantasei anni, figlia di medici, Gabriella Belli è folgorata dall'arte grazie agli insegnamenti di una docente di greco. E' grazie a lei che il Mart spicca il volo dopo un progetto sognato e tenuto nel cassetto per anni.













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