Moietto, i lavori non finiscono mai

Dopo tre anni l’area del «pratone» è ancora piena di macerie, ruspe e pali per l’illuminazione



ROVERETO. Quando ormai due anni fa fu annunciato un intervento di «riqualificazione» dell’area ricreativa al Moietto, furono in molti a fare gli scongiuri. Quel prato leggermente degradante ma quasi in piano, chiuso dal bosco verso monte e che si perde poi quasi senza soluzione di continuità tra le casette sgranate della piccola frazione di Noriglio, alla gran parte dei frequentatori sembrava che fosse qualificatissimo già da sè. E soprattutto, fin troppi esempi in passato (dal lago di Cei alla parte bassa del Leno) hanno dimostrato come mettere mano ad un ambiente naturale sia oltremodo delicato. Ed anche volendo far bene, gli effetti siano tutt’altro che scontati.

Al «pratone» del Moietto, meta classica delle gite fuoriporta estive del roveretano medio, ovviamente qualcosa mancava. Le auto venivano parcheggiate alla bell’e meglio sulle strade di accesso e sul prato, e quando nei fine settimana ne arrivano decine se non centinaia, un po’ di caos ovviamente era inevitabile. A voler fare gli schizzinosi, anche un qualche servizio igienico in un luogo così frequentato poteva essere utile. Ma la sola parola «riqualificazione» fa paura. Perché se per fare un parcheggio si cancella il prato, poi si saprà anche dove mettere la macchina ma non c’è più ragione per andarci. E se l’alternativa ad una fruizione anarchica e un po’ naif (le porte per la partitella di pallone fatte con i maglioni, il classico plaid a quadri a fare da sdraio e tavola per i pic nic) è una infrastrutturazione che priva il luogo di quella naturale semplice bellezza che è il suo punto di forza, meglio sarebbe risparmiarsi i soldi e la fatica.

Purtroppo dopo due anni i timori dei pessimisti si sono rivelati tutti più che fondati.

Domenica scorsa, in piena ondata di gran caldo, il Moietto è stato preso d’assalto da centinaia di persone. Che hanno sbattuto il naso in quanto lontano siano ormai il loro «vecchio» Moietto ma anche quello «nuovo», in teoria (e sulla carta) già pronto da almeno un anno. I lavori partiti nel 2011 dovevano richiedere 3 mesi e terminare prima della stagione estiva. Quella scorsa, non questa. E invece sono fermi a metà. Il luogo che doveva diventare parcheggio (e lo era già prima, ma in modo spontaneo) ora è una distesa di macerie impraticabili, chiusa peraltro da transenne e con tanto di caterpillar abbandonato in mezzo. L’effetto è che l’auto non si può lasciare da nessuna parte, se non molto a valle lungo la strada, e in situazioni poco rispettose sia del codice che della sicurezza di tutti. L’area non è mai stata illuminata e non lo è nemmeno ora, ma in compenso è stata contornata da 18 pali zincati tipo stadio di rione povero, alti tra i 5 e i 10 metri. Che forse dovranno ospitare in futuro dei fari, ma oggi dimostrano solo come basti un dettaglio a trasformare la campagna in periferia suburbana. Della sua primitiva bellezza, il «pratone» conserva poco o nulla. Ma in compenso oggi è dotato di una pista per le bocce, sport nazionale, d’altra parte.

I due consiglieri di maggioranza Carlo Fait (Pd) e Beppino Graziola (Upt) hanno preso carta e penna e mandato l’ennesima lettera aperta all’amministrazione, chiedendo la pietà di un completamento dei lavori in tempi brevi, visto che cancellare tutto ormai non si può. Forse stasera depositeranno anche una domanda di attualità in consiglio comunale. (l.m)

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano

Il caso

Chico Forti lascia il carcere a Miami, rientro in Italia più vicino: "Per me comincia la rinascita"

Da ieri il 65enne trentino, condannato all’ergastolo per omicidio, è trattenuto dall'Immigrazione Usa: nelle scorse ore firmato l’accordo per scontare la pena in Italia. Lo zio Gianni: "Speriamo in tempi brevi"

LA PROCEDURA. La sentenza Usa sarà trasmessa alla Corte d'Appello di Trento
IL RIMPATRIO. Il ministro Nordio: «Chico Forti, lavoriamo per il suo ritorno in Italia il prima possibile»
IL PRECEDENTE Nordio: "Gli Usa non dimenticano il caso Baraldini"
COMPLEANNO Chico Forti, 64 anni festeggiati in carcere: "Grazie a chi mi è vicino" 
IL FRATELLO DELLA VITTIMA Bradley Pike: "E' innocente"

CASO IN TV La storia di Chico in onda negli Usa sulla Cbs