Mercato immobiliare trainato dall’usato

Il rapporto della Fimaa: cresce la vendita di case (più 21 per cento) ma solo una piccola percentuale è di costruzioni nuove



TRENTO. Valutazione in chiaro scuro per il mercato immobiliare al secondo bilancio quadrimestrale del 2016. Positiva la crescita delle vendite immobiliari del 21,63% rispetto allo stesso periodo dell'anno passato, ma negativamente allarmante il fatto che le transazioni che interessano le imprese di costruzioni siano solo del 5%: «È un dato allarmante - commenta Severino Rigotti Presidente della Fimaa Trentino che ha convocato la conferenza stampa di ieri mattina in Confcommercio - perché è la conferma di come il mercato immobiliare sia ancora bloccato. Del resto basta guardarsi attorno e contare le gru che si vedono: quante ce ne sono in città?». E allora chi è che muove il mercato? I privati, quindi gli appartamenti usati o pari al nuovo con un valore medio di 200mila euro; chi vende non specula, ma deve reagire ad una situazione di bisogno che lo costringe a vendere pur restando nell'ambito della media del valore di mercato. La richiesta, quasi tutta originata dall'acquisto della prima casa, è favorita dai tassi dei mutui ancora bassi che ne equiparano la rata ad un affitto, ma anche dalla recente introduzione di una garanzia statale che permette agli istituti bancari di finanziare l'intera cifra d'acquisto. Dietro a queste transizioni ci sono motivi di sospetto come lo potrebbero essere pochi acquirenti che acquistano più appartamenti? «No, perché i prezzi sono ancora troppo alti per questo tipo di speculazioni. Piuttosto preoccupa - prosegue Rigotti - che sia alta la percentuale di persone costrette a vendere i propri valori immobiliari per necessità, finendo per avere un'importante incidenza percentuale. Fino a quando non si sblocca il mercato delle imprese, non possiamo parlare di mercato in ripresa, ma di una conferma di una situazione allarmante; in più prosegue anche la crisi del comparto commerciale e questo è un altro indice non positivo, rispetto alla ripresa economica nel suo insieme».

Un altro dato sul quale riflettere lo ha riportato il notaio Giovanna Zanolini con le transizioni derivanti dalle curatele fallimentari, passate dalle 13 del 2013 a 140 e che hanno interessato al 90% il comparto residenziale e per il 10% i terreni con numeri praticamente insignificanti per gli spazi commerciali. Ancora più negativo il fatto che sia del 6,5% l'incremento delle compravendite legate a procedure fallimentari. Presenti all'incontro anche Paolo Borzaga e Luigi Del Rosso, funzionari dell'Agenzia delle Entrate che hanno confermato come la compravendita degli immobili residenziali registri un incremento che mettendo a raffronto i primi otto mesi del 2015 con lo stesso periodo di quest'anno, cresce del 19,59%. Un attivo di mercato che va comunque letto con molta attenzione ed a questo proposito sono utili anche il dettaglio fornito dal notaio Zanolini con un incremento del 5,3% degli atti di trasferimento (la media nazionale è del 9,7). Allo Studio Notai Associati di Trento sono state definite 241 pratiche per il mercato residenziale; 4 per gli uffici; 14 per immobili commerciali e artigianali e 2 per le multiproprietà. Il fatto che la maggior percentuale riguardi transazioni tra privati oltre a confermare il momento di difficoltà del settore edile che ha come prima conseguenza la carenza di immobili nuovi da immettere sul mercato. Come l'acquisto della prima casa in particolare, ma anche della maggior parte delle compravendite immobiliari, passi attraverso il finanziamento bancario, è confermato dalla maggior richiesta di mutui da parte dei trentini, cresciuta di una percentuale pari al 23,20% rispetto al primo quadrimestre 2016 che al netto delle surroghe che sono state 240. (d.p.)













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