Levico Terme piange la passione e l’umanità di Antonio DeCarli

Si è spento a 66 anni. E’ stato imprenditore e vice sindaco, pioniere della radio libera e corrispondente del «Trentino»


di Paolo Silvestri


LEVICO TERME. Il tempo di un sospiro e se n'è andato. E' morto domenica sera alle 9 a S. Massenza Antonio DeCarli, 66 anni, un prezioso collega, soprattutto un amico. Che mancherà alla moglie Flavia che gli era accanto l’altra sera nel loro rifugio a due passi dal lago così diverso da quello di Levico dove vivono, ai figli Alessandra e Stefano e agli amatissimi nipoti Annafiore ed Elia. Ma mancherà a chi scrive, ai nostri lettori e ai levicensi tutti. Mancheranno la sua passione, la sua vitalità anche quando la salute non gli era amica. Capace di scherzare anche sul giorno che non ci sarebbe stato più. «Mi raccomando, portami roselline gialle», mi diceva, quasi ad esorcizzare le umane paure quando doveva affrontare qualche momento difficile - e non sono stati pochi - a contatto con i medici.

Sapeva scherzare come chi vive di passioni. Grandi. Che erano la sua famiglia e Levico, la sua città. Quanto amava entrambi. E se della famiglia è facile e finanche superfluo dire, non da meno lo sono la città e quel che le ruota attorno. Il lago, le sue rive, i suoi locali dove sulle note dei Nomadi era entrato nel mondo adulto. Un ambiente da salvaguardare, valorizzare e, perché no, sfruttare. E da qui la passione per sport e turismo (aveva formato i gruppi sportivi per la Scarpinada e il gruppo turistico giovanile) e per la politica con la militanza attiva nella Dc sia come membro del Comitato provinciale, sia come presidente del Comitato comunale di Levico per 10 anni dal 1975 al 1985. Passionaccia per la politica che non lo ha mollato fino all’ultimo.

Anche sabato, prima di stringergli la mano per quella che non sapevo sarebbe stata l’ultima volta, avevamo parlato delle prossime elezioni di Levico, delle polemiche e dei dubbi che attanagliano la città. E come poteva essere altrimenti per chi è stato vice sindaco per cinque anni (dal 1985 al ’90, amministrazione Gaigher), assessore del Comprensorio Alta Valsugana e che era ancora consigliere della Comunità Alta Valsugana e Bersntol. E che ancora era stato nel comitato di gestione delle Terme di Levico, Vetriolo e Roncegno e che era vice presidente della Apsp S. Valentino di Levico Terme.

Tra le ultime parole che ricordo di Toni ci sono quelle che mi ha rivolto dicendo: «Uno di questi giorni ti mando un pezzo sulle elezioni del 4 maggio». Sì, perché Antonio guardava avanti. Anche quando aveva dovuto dare una svolta alla propria vita chiudendo, ad inizio dei ’90, un capitolo importante quale è stato Radio Alto Gradimento.

DeCarli (con la “c” attaccata e maiuscola, come firmava i suoi pezzi) è stato anche uno dei grandi protagonisti della comunicazione via etere degli anni ’80. Raggiungeva ogni angolo del Trentino la sua radio. Poi la salute gli impedì di proseguire l’avventura costringendolo a cedere le frequenze (a Radio Nbc) e ad andare a lavorare prima in Provincia come segretario alla presidenza della giunta Malossini e poi, fino alla pensione, come segretario dell’Alberghiero di Levico.

Fu in radio che nacque un’altra sua passione: il giornalismo. Da una quindicina d’anni scriveva sul Trentino le corrispondenze da Levico, Novaledo e Roncegno. Di Levico soprattutto scriveva. Di una città della quale conosceva vizi e virtù, che voleva capace di slanci in avanti ai quali ha spesso rinunciato (suo un progetto di funivia Vetriolo - Panarotta da realizzare con fondi Efim che il Comune non ebbe il coraggio di far proprio).

Se n’è andato all’improvviso per un arresto cardiaco. Ci mancherà, mi mancherà il caro Toni. E mi mancheranno le nostre lunghe chiacchierate che dal lavoro finivano altrove. E così anch’io «voglio però ricordarti com’eri, pensare che ancora vivi, voglio pensare che ancora mi ascolti e come allora sorridi». Addio Toni.

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