La grande bruttezza: quel tripode sulla Torre Civica

L’hanno piazzato lì per le Universiadi e non lo toglie nessuno Non sanno più dove metterlo. Si arrabbiano anche gli alpini


di Paolo Mantovan


TRENTO. Le Universiadi sono finite da due mesi e mezzo, ma il tripode (costato 18 mila euro) è ancora lassù, a far «bella» mostra d’in su la vetta della Torre Civica. Era il simbolo delle Universiadi, la fiammella dei giochi che uniscono gli studenti di tutto il mondo. Adesso - finiti i giochi, da mo’ - è un triste trifoglio che toglie spazio alla bandiera di Trento, ai colori gialloblù. Perché dovete sapere che il tripode, opera costata per l’appunto 18 mila euro, è stato un trionfo nell’allestimento, con il braccio vigoroso della gru che l’ha innalzato un petalo per volta, ed è stato montato in quattro e quattr’otto, dimostrazione della mai sufficientemente apprezzata organizzazione trentina, vanto e orgoglio di qualsiasi nostra scuderia del “saper pratico”; ma da quando le Universiadi sono finite ecco subentrare la parte (spesso inconfessabile) dell’indecisione trentina quando si tratta di smaltire qualcosa (basti pensare allo smaltimento rifiuti via inceneritore, ché ancora non si capisce un tubo). Ecco: il tripode non sanno più dove metterlo. Si sono fatte mille ipotesi, qualcuno ha pensato al Campo Coni (ma che c’entra con l’atletica leggera, hanno subito sentenziato...), poi hanno girato gli occhi verso il Palon, sul Bondone, e a molti è quasi sembrato d’aver risolto tutto, e invece ecco subito arrivare chi ha visto l’inghippo: quei petali son fragili, rischiano di cadere al primo fioccar di neve, chi è quell’ingegnere che ti firma una liberatoria?

E così il tripode è lassù, immobile, sulla vetta della Torre Civica. Ma sotto, nella piazza, cominciano in tanti ad aggrottar le ciglia e a storcere il naso. I primi sono gli alpini che domenica avranno il loro raduno annuale in piazza Duomo e non potranno fare l’alzabandiera perché c’è il simbolo delle Universiadi. Gli sono proprio girate le penne agli alpini, ma in Provincia scuotono la testa dicono che diamine, non sappiamo proprio dove metterlo, che facciamo, lo buttiamo giù e lo spacchiamo in mille pezzi o lo mettiamo in discarica (a proposito di inceneritore), son pur sempre diciottomila euro di manufatto e poi magari i giornali o i grillini ci saltano addosso e dicono ecco sprecopoli, diciottomila euro per tenere una torcia accesa dieci giorni e poi buttano tutto nel cesso. Ma intanto, con quel tripode sulla Torre Civica, oltre all’incavolatura degli alpini, c’è la piazza del Duomo che ne soffre. la piazza più bella del Trentino con quel trifoglio che ha sfrattato la bandiera gialloblù dei colori cittadini. E pensare che l’allora sindaco Pacher aveva finalmente levato le due bandiere d’Italia e d’Europa per lasciar garrire sola e slanciata nel cielo la bandiera di Trento. E pensare che quando poi s’era tranciato il filo d’acciaio che sosteneva la bandiera erano pure saliti tre vigili del fuoco in corda doppia (orgoglio del “saper pratico”) a riparare tutto e a far sventolare il gialloblù. E adesso invece lassù rimane quel tripode triste che nulla ha a che fare con la Torre dell’undicesimo secolo. Non solo. Quel trifoglio non permette neppure di collocare delle reti di protezione sopra i madioni. E così arrivano i piccioni, carini. Che - stando alle statistiche e al naturale evolvere delle cose - significa anche un po’ di guano. Un po’ di degrado. La Torre Civica non lo merita. Tanto meno la piazza Duomo. Qualcuno, nei grandi uffici della Provincia, prenda l’ardua decisione.

@paolomantovan

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