AMBIENTE E TURISMO

La centrale «prosciuga» il lago di Ledro

Crollato il livello: colpa dell’enorme richiesta di energia legata al caldo. Grande preoccupazione tra gli operatori turistici



LEDRO. Il caldo canicolare d’impronta africana di questi giorni ha causato un enorme consumo di energia elettrica e la conseguente accresciuta produzione a discapito della quantità d’acqua dei bacini che alimentano le varie centrali. E’ quanto sta avvenendo per il lago di Ledro che dal lontano 1927 è l’unico “polmone” della centrale elettrica di Riva del Garda: in circa una settimana il livello è sceso di un metro ed ottanta centimetri e potrebbe proseguire nel caso di torride temperature.

La situazione anomala ovviamente non è passata inosservata tra gli abitanti della valle che ricordano un accordo stipulato tra gli allora comuni rivieraschi di Molina e Pieve e l’Enel, l’ente che gestiva la struttura benacense, il quale si impegnava nei mesi estivi a mantenere l’invaso al massimo livello. Diverse persone hanno illustrato al sindaco Renato Girardi l’accaduto chiedendo il suo intervento che è avvenuto immediatamente. Il primo cittadino ha contattato il competente Servizio Risorse Idriche ed Energetiche della Provincia informandosi della situazione del lago e se dai loro riscontri tecnici sono rispettati i parametri dell’accordo in essere (scadrà tra tre anni) sulle quote dello specchio d’acqua, diventato alla stregua di un bacino idroelettrico con tutte le conseguenze che ne derivano. La risposta “amara” è stata che, salvo qualche leggera difformità di pochi centimetri, si è nella norma del capitolato della convenzione tra gli allora comuni rivieraschi e l’Enel. Il sindaco Renato Girardi si è impegnato con i suoi concittadini a seguire costantemente questa importante vicenda.

I più preoccupati del rapido abbassamento del lago sono gli operatori turistici allarmati del possibile degrado della principale attrattiva del loro territorio ed i pescatori (i tesserati della associazione locale sono circa 250) assillati dalla prospettiva del depauperamento della fauna ittica già accaduto in passato in situazioni meno appariscenti. «Lo sguardo della gente – commentano diversi ledrensi - è colpito dalla lunga fascia brulla di terriccio di quasi due metri lungo la riva”. Pure tra i pescatori il clima non è dei più tranquilli. Si è nel periodo della riproduzione della varie specie di pesci e qualcuna di esse, come i persici, depone le uova sul bagnaasciuga. “In passato abbiamo accertato che con una alternanza di sole alcune decine di centimetri del livello delle acque una infinità di uova di persici e degli altri ciprinidi sono “arrostite” – rammentano diversi appassionati della lenza – Figuriamoci i danni che causerà il calo di quasi due metri».

(a.cad.)

 













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