L’economia dei mocheni durante la Grande Guerra

Il libro in tre lingue curato da Leo Toller raccoglie alcune testimonianze sulle gravi conseguenze del primo conflitto mondiale per gli abitanti della valle


di Roberto Gerola


DEL FERSINA. Non solo di eventi bellici si parla nella nuova pubblicazione storica “Vour Huntert Jor” (Cento anni fa), breve profilo dell’Alta Valle del Fersina negli anni della Prima guerra mondiale, mocheni. Le 200 pagine del libro di storia sono in tre lingue: mocheno, italiano e tedesco. Un pregio non indifferente perché così la ricerca può essere appresa dai residenti, innanzitutto, ma anche dagli altri, siano essi i vicini oppure dell’area tedesca.

Promotori della ricerca ancora una volta gli alpini (di Palù del Fersina in questo caso) così come era successo (e sta succedendo) a Fierozzo (con Frassilongo) sul versante opposto della valle. Segno del desiderio di conoscere sempre più la propria storia, quella storia che riguarda una popolazione (quella mochena) martoriata e tradita per decine di anni e che solo da qualche tempo è all’attenzione politica per riscattarla da un passato non certo favorevole. Due i principali argomenti: la situazione socio economica e linguistica, con lo sfruttamento del territorio, l’emigrazione, la conflittualità esistente in quanto terra di confine, avamposto germanico in territorio trentino, da difendere, attrezzare e collegare alla terra tirolese e germanica; e la presenza dei militari. La Grande Guerra irrompe in tutto questo con le sue conseguenze: gli uomini in guerra (lontani), la presenza dell’esercito austriaco che costruisce strade e baracche, occupa edifici, fa lavorare donne e giovani per costruire la difesa perché la valle diventa fronte bellico anche se di seconda. Non ci saranno scontri in valle, ma i militari di stanza sono centinaia a supporto del fronte al di là del crinale verso la Valsugana.

Le testimonianze e i documenti non mancano fortunatamente e con le ricerche effettuate in Alto Adige e in Austria (soprattutto) danno molti frutti. Come si è detto alla presentazione avvenuta a Palù, è stato fatto un po’ d’ordine nella storia della Grande guerra in valle: la dislocazione dei reparti da Palù alla Panarotta, con la loro composizione (e provenienza), i personaggi, gli eventi, i morti. Accanto al diario del sacerdote Raimund Zolbl e i racconti di Robert Musil, recentemente è stato “scoperto” il diario di Benedikt Burger (di Parcines, militare in valle) che completa, se così si può dire, il panorama bellico. Sono spaccati di vita quotidiana scritti da persone che hanno vissuto quegli anni sui monti, nelle baracche. Ma per i mocheni, la Grande Guerra ha significato perdere parte del patrimonio culturale: fermato il commercio con gli Imperi e troncato ogni rapporto; l’avanzata dell’italianità (con il fascismo) per arrivare al “grande imbroglio” che furono le “opzioni”, o italiani o tedeschi. «Ma quando siamo ritornati ed era il 21 giugno 1945 - racconta Luigi Toller, capogruppo degli alpini e promotore della pubblicazione - abbiamo ripreso a vivere con la nostra cultura e la nostra tradizione». I testi comprendono poi la realizzazione dei monumenti a ricordo dei Caduti, e soprattutto l’elenco dei Caduti (furono oltre 80). Poi è storia recente, anche se per larga parte “in salita”.

Il libro è stato presentato dal sindaco Stefano Moltrer: «Abbiamo condiviso l’iniziativa subito. Era stata avviata prima di me, ha detto, e appoggiata in pieno per la sua valenza, e portata a termine». Con lui, anche Leo Toller che ha curato i testi insieme al gruppo di lavoro, e che ha illustrato appunto i contenuti. L’occasione è stata la Festa degli anziani organizzata da alpini e Comune presenti anche i collaboratori ed i sindaci della valle.













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