«L’amianto è ovunque» Ecco l’elenco shock

La denuncia di Nardelli: «Dalle condotte per l’acqua al borotalco per i bambini» Gli effetti sulla salute sono gravi: «I picchi di mesotelioma attesi nel 2020»


di Luca Marognoli


TRENTO. Non solo tetti: l’amianto è presente in un gran numero di sostanze e oggetti di uso comune, a causa del suo impiego massiccio nel secolo scorso. «Anche nelle condotte dell'acqua e delle fognature, persino nel borotalco per i bambini, per evitare le scottature. Impressionante», esclama l’ex consigliere provinciale Michele Nardelli, tra gli autori della legge 5 del 2012 che ha reso obbligatoria la bonifica delle coperture di eternit sul territorio provinciale. Nel suo blog (www.michelenardelli.it), l’ex consigliere è tornato sull’argomento, pubblicando un “Catalogo dell’uso di amianto in comparti produttivi, macchinari, impianti” che riporta un elenco dettagliato quanto inquietante. A redigerlo una serie di studiosi, tra i quali il Gruppo di lavoro Renam (Registro nazionale dei mesoteliomi). «Un’elencazione davvero esemplificativa di quanto è stato usato l'amianto nel corso degli anni, in particolare il cemento-amianto», dice Nardelli. «Tanto che i massimi effetti, in termini di picchi di mesoteliomi, sono attesi nel 2018-2020». «Dentro questo quadro di patologie - prosegue - all'inizio erano in maggioranza le persone malate che avevano lavorato in cantieri navali, dove i picchi erano maggiori perché l’amianto si usava per coibentare le navi, mentre negli ultimi anni è aumentata la percentuale dei cittadini. Da quando nel’92 è stata vietata la commercializzazione dell'eternit, infatti, le strutture di copertura hanno continuato ad esserci».

Nel catalogo si legge che “l’impiego di condotte in cemento amianto per il trasporto di acqua potabile è ancora in atto. Le aziende per la distribuzione dell’acqua di città hanno interrotto la posa di nuove condotte in cemento amianto che avevano in magazzino soltanto dopo il 2004”. Presenza di asbesto è stata riscontrata addirittura nelle incubatrici per neonati, nei teatri (dove il tessuto di amianto veniva usato per confezionare i sipari e la fibra di amianto per simulare le nevicate) e nei sacchi di juta, usati fino ai primi anni Settanta per trasportare amianto, soprattutto nei porti marittimi.

Ma l’elenco è lunghissimo: l’amianto è stato utilizzato anche nella costruzione e manutenzione di aerei; in agricoltura per confezionare filtri per il vino; nel settore alimentare per coibentare forni in pasticcerie e pizzerie; nella produzione di cioccolato e dolciumi (all’interno di un talco con funzione antiadesiva); nelle celle frigorifere per l’orto-frutta; nella produzione di carrozzerie e nelle parti meccaniche delle auto; nelle caldaie usate negli oleifici, nei caseifici e nelle cartiere; nelle miniere (le più note sono quelle di Balangero e Valmalenco); nei cementifici; nella ceramica idrosanitaria; nella chimica e petrolchimica; nel commercio; nella concia delle pelli; nell’edilizia; negli elettrodomestici; nei rotori degli elicotteri; nelle centrali termoelettriche; nella farmaceutica; nei feltrifici; nei guanti delle forze armate; nella vulcanizzazione della gomma; nei banchi dei laboratori chimici; nei forni per cuocere le mattonelle; nelle locomotive dei treni; negli ascensori e montacarichi; nel movimento merci; nei banchi da lavoro degli orafi; nella saldatura delle pentole; nei prefabbricati per terremotati; nelle tubazioni dei frigoriferi; nei sacchifici; nella sanità (dalle lavanderie ai carrelli portavivande, fino agli apparecchi di sterilizzazione); nella siderurgia e lavorazione dei metalli; nella termoidraulica; nei macchinari del settore tessile; nelle tipografie; nel vetro (largo uso); nel confezionamento delle tute antincendio dei vigili del fuoco; nelle condotte degli zuccherifici.













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