L'acqua di Trento resterà pubblica

Il Comune verso una società in house, in alleanza con altri municipi


Chiara Bert


TRENTO. La gestione dell'acqua a Trento resterà solidamente in mano pubblica. Il Comune deve decidere entro marzo e l'orientamento è di costituire una società in house pubblica al 100%, possibilmente in alleanza con altri Comuni i cui acquedotti oggi sono gestiti da Dolomiti Energia. Nessuna scelta è ancora stata fatta, ma il tema è tra quelli in cima all'agenda del sindaco e della giunta comunale, che dovrà esprimersi entro tre mesi. Nelle ultime settimane la questione è stata oggetto di incontri con gli uffici tecnici di palazzo Thun. Acqua.Il via libera del parlamento al decreto Ronchi impedisce ai Comuni di proseguire con l'affidamento diretto della gestione dell'acqua (nel caso di Trento a Dolomiti Reti, controllata di Dolomiti Energia) e offre due possibilità: la prima è di fare una gara, affidando così il servizio ai privati; la seconda è costituire una società mista pubblico-privata, dove i privati abbiano una partecipazione non inferiore al 40%. Nel caso del Trentino la legge provinciale ha però previsto una possibile deroga che riguarda le società in house pure, ovvero la possibilità per i Comuni di dar vita a società in house a totale capitale pubblico. Ed è proprio questa la strada che il capoluogo pare orientato a percorrere. Palazzo Thun ha certamente già escluso di procedere con una gara che metta la gestione dell'acqua in mano ai privati. L'opzione è quella della società in house, si tratterà di decidere se pura (costituita al 100% da capitale pubblico) o mista, con la presenza dei privati. In questo secondo caso si procederebbe comunque con una gara per il 40% di capitale privato. In entrambe le opzioni sarebbe il Comune a rispondere della gestione avendo il controllo della società. Alleanza tra Comuni.Nel caso di una società totalmente pubblica, opzione in pole position, il rischio più temuto è quello di un'operazione economicamente non vantaggiosa, visto che si tratta di un servizio dove le tariffe coprono solo una minima parte dei costi. La risposta a questo svantaggio sarebbe un'alleanza tra più Comuni, che consentirebbe di raggiungere economie di scala, ovvero di abbassare i costi. Si tratta dei 17 Comuni che, oltre a Trento, attualmente hanno la gestione dei loro acquedotti affidata a Dolomiti Energia, una rete di distribuzione di 1,2 chilometri per un bacino di oltre 200 mila abitanti: si tratta di Rovereto, Ala, Albiano, Aldeno, Borgo, Brentonico, Calliano, Civezzano, Fornace, Grigno, Lavis, Mori, Nave S.Rocco, Nomi, Roveré della Luna, Volano e Zambana. Rifiuti. Diverso il ragionamento per quanto riguarda l'altro servizio che sarà scorporato da Dolomiti Energia, i rifiuti. In questo caso l'amministrazione comunale appare molto più possibilista sulla gara. Non si parla di un bene primario come l'acqua, e inoltre - si fa notare a palazzo Thun - «nella gestione dei rifiuti ciò che interessa è un buon servizio e tariffe basse». La gestione privata potrebbe essere dunque l'opzione preferita, considerati anche gli oltre 2 milioni di euro versati dal Comune nelle casse di Dolomiti Energia negli ultimi due anni per il porta a porta.

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