In Comune mozione anti-aborto della Lega

trento. Proclamare ufficialmente Trento «città a favore della vita». Lo chiede con una mozione il gruppo della Lega in Comune a Trento, prima firmataria la capogruppo Bruna Giuliani, evidentemente...



trento. Proclamare ufficialmente Trento «città a favore della vita». Lo chiede con una mozione il gruppo della Lega in Comune a Trento, prima firmataria la capogruppo Bruna Giuliani, evidentemente considerando che ci sia bisogno di chiarire che si è a favore della vita (e non, per esempio, della morte).

Il contenuto del documento ricalca pari pari quello di analoga mozione presentata lo scorso ottobre in Comune a Verona dal Carroccio: si chiede un sostegno alle associazioni che operano nel Comune di Trento con progetti di sostegno della vita e della famiglia e una campagna di sensibilizzazione alla vita coinvolgendo le circoscrizioni con eventi dedicati nel corso dell’anno.

La mozione

Ma è soprattutto la premessa che è destinata a far discutere. «Dopo quarant’anni dalla legge 194 riteniamo importante approfondire gli aspetti sociali e culturali prodotti da questa legge. La legge si proponeva di legalizzare l’aborto in alcuni casi particolari e di contrastare l’aborto clandestino, tuttavia nel tempo ha generato un consistente aumento del ricorso all’aborto quale strumento contraccettivo e non ha affatto debellato l’aborto clandestino».

La mozione ricorda che «i dati 2017 mostrano in Trentino un aumento dell’interruzione volontaria di gravidanza, in controtendenza rispetto agli anni precedenti», tanto che l’assessora provinciale Stefania Segnana «ha dichiarato che questo richiede un’analisi approfondita e una valutazione attenta». A fronte di questa situazione - scrivono i consiglieri comunali della Lega - riteniamo che anche il Comune di Trento debba adoperarsi per la diffusione di una cultura di accoglienza della vita».

In Trentino nel 2017 ci sono state 703 interruzioni di gravidanza contro le 684 dell’anno precedente, unico caso di aumento in Italia. Ma è anche vero che il trend generale è in calo: il tasso di abortività volontaria (numero di interruzioni per 1.000 donne residenti in età 15-49 anni) cresce leggermente nel 2017, attestandosi al 5,3 per mille: era il 5,0 per mille nel 2016 e il 7,4 per mille nel 1990.













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