I farmacisti trentini: «No all'inceneritore»

L'associazione dei giovani professionisti: salute a rischio, potrebbero aumentare i tumori


Jacopo Tomasi


TRENTO. «L'inceneritore di Ischia Podetti non va fatto perché metterebbe a serio rischio la salute di migliaia di trentini». La dura presa di posizione è dell'Agifar, l'associazione dei giovani farmacisti del Trentino Alto Adige, che ha spiegato come le emissioni prodotte si potrebbero tradurre in un aumento di tumori, malattie respiratorie e cardiovascolari soprattutto tra neonati e bambini.
Non si tratta di una posizione politica, ma puramente scientifica. «Per diventare farmacisti - ha spiegato il presidente dell'associazione, Sergio Cattani - abbiamo giurato di difendere il valore della vita con la tutela della salute psichica e fisica delle persone. Quindi - ha continuato - non possiamo rimanere in silenzio davanti alla costruzione di un'opera che metterebbe a serio rischio la salute dei residenti nel Comune di Trento e di migliaia di altre persone che vivono in Trentino a causa della combustione dei rifiuti». Il vicepresidente, Davide Tonon, ha sottolineato quali potrebbero essere le conseguenze sulla salute dei cittadini. «Diossine, cadmio, arsenico, mercurio e un grosso insieme di particelle dette PM 10, PM 2,5 e PM 0,1 andrebbero ad inquinare l'aria che respiriamo, la terra che coltiviamo, l'acqua che beviamo. Tutto ciò - ha ribadito - si potrebbe tradurre in un aumento dei tumori, delle malattie endocrine, respiratorie, cardiovascolari, neurologiche e immunitarie, negli adulti, ma soprattutto tra i neonati e i bambini. Non solo, certe sostanze colpiscono anche il corredo genetico col rischio che alcune malattie possano diventare ereditarie fino alla terza generazione».
I giovani farmacisti hanno ripetuto più volte che le loro non sono supposizioni, ma valutazioni fatte sulla base di studi scientifici e ricerche «che dimostrano la nocività di questi impianti». Uno studio condotto da esperti dell'istituto superiore di sanità ha dimostrato, ad esempio, come vivere vicino a fonti d'inquinamento - tra cui gli inceneritori - significa morire di più. Alla luce di questo Giovanna Oliva e Laura Cappelletti - componenti del direttivo dell'Agifar - si chiedono perché «istituzioni come Provincia e Comune di Trento, che dovrebbero mettere al primo posto la salute dei cittadini, non pensano ad alternative all'inceneritore, che ci sono e funzionano bene». Ad esempio: consumare meno e puntare con forza sulla differenziata, che sta già dando risultati importanti. «Un'istituzione - aggiungono i giovani farmacisti nel documento che sarà inviato a tutte le farmacie del Trentino, agli Ordini dei medici e dei farmacisti, alla Provincia e al Comune di Trento - non può fare una scelta che minaccia la salute di chi l'ha eletta, di chi la compone e dei loro figli». Non li rassicurano le parole espresse da sindaco e assessori sull'avanguardia dell'inceneritore che sarà realizzato a Ischia Podetti. «Non esistono studi - scrivono i farmacisti - su impianti di incenerimento di ultima generazione, improvvidamente definiti sicuri contro qualsiasi dimostrazione scientifica».
Un attacco frontale destinato a sollevare reazioni forti. Anche in vista della tavola rotonda con medici e farmacisti (aperta a tutti i cittadini) che sarà organizzata entro la fine di giugno. «Ci auguriamo - ha concluso Cattani - che in quell'occasione siano presenti anche i vertici di Provincia e Comune di Trento per esporci il loro punto di vista».

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