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Gli albergatori trentini vogliono «meno turisti, ma più ricchi»

Il presidente di Federalberghi all'asssemblea di Asat: "«Non misureremo più i risultati in presenze ma in fatturati, puntando su una clientela ad alta capacità di spesa»


Ilaria Puccini


TRENTO. Il turismo come lo conoscevamo fino al 2019 ha fatto le valigie ed è partito, per non tornare mai più. «Quattro anni che hanno sancito la necessità per le aziende alberghiere di dover attuare una trasformazione senza pari», nelle parole di Gianni Battaiola, presidente di Asat, il distaccamento provinciale di Federalberghi, nella 77a assemblea tenutasi alle cantine Rotari di Mezzocorona.

I fattori di crisi, che colpiscono anche il settore turistico-ricettivo, sono noti: i cambiamenti climatici e la fragilità del territorio montano; le guerre in Europa e la crisi economica che ne è derivata; la formazione del personale, il lavoro a distanza e la nuova attitudine delle nuove generazioni, non più disposte ad accettare condizioni di sfruttamento; fino al cambiamento degli stili di vita e del modo di viaggiare e soggiornare della popolazione.

Nel corso dell'assemblea, Battaiola ha riconosciuto l'ottimo andamento delle presenze turistiche in Italia nel 2022, con quasi 400 milioni di presenze, un inverno di grandi numeri nonostante la poca neve e «delle buone prospettive per l'estate».

Restano tuttavia le criticità sul mercato del lavoro, che in ricezione sono particolarmente accentuate: «Le stime ci parlano di una mancanza di circa 200mila lavoratori, e in particolare di professionalità specializzate, adeguate al livello di qualità che vogliamo offrire» ha detto Battaiola, ricordando l'accordo aggiunto con i sindacati per un contratto integrativo e contributi alle aziende per la formazione del personale, ma riconoscendo anche «le maggiori garanzie offerte da altri settori». Modesti i risultati del decreto flussi: nel complesso, meno di una domanda su 10 è stata accolta e in Trentino sono stati 105 gli ingressi permessi per tutto il 2023.

Cosa fare dunque per rendersi attrattivi, sia per chi nelle strutture alberghiere ci vorrà lavorare che per chi ci vorrà risiedere?

Secondo Asat, la sfida si giocherà intorno a tre settori: competitività, sostenibilità e cambiamento.

Sul primo fronte, gli albergatori trentini sono tornati a chiedere sgravi e incentivi, nonché «un sistema di regole chiare per chi intenda esercitare l'attività ricettiva»: il riferimento è al fenomeno degli alloggi brevi, esploso durante la pandemia. «Per noi si tratta di concorrenza sleale, senza se e senza ma. Mina la convivenza tra residenti e turisti, impedisce che i lavoratori stagionali e le loro famiglie, ma anche i più giovani, trovino alloggi a prezzi accessibili».

La sostenibilità invece dovrà essere sia ambientale che sociale, pena perdere le fasce di consumatori che fanno attenzione agli aspetti etici del viaggiare. «Ma dovrà applicarsi anche al lavoro, provando a immaginare nuovi contratti per meglio bilanciare vita e lavoro». Ma, tiene a precisare il presidente Asat, «in un contesto di sostenibilità economica per le aziende».

I cambiamenti sono innanzitutto quelli climatici. Non si è parlato direttamente della crisi del modello basato sulla monocoltura dello sci di massa, ma si sono comunque citate le «incognite della stagione invernale», ricordando anche le misure adottate, come alle Funivie Campiglio, per cercare di rendere le piste più fruibili e combattere gli affollamenti e i disagi dell’overtourism.

Ci saranno poi i cambiamenti portati dalle nuove tecnologie tra cui l’intelligenza artificiale, che già oggi permette di eseguire i monitoraggi e guidare i visitatori sul territorio sfruttando la profilazione che gli smartphone e i social media sono in grado di svolgere.

Nella seconda parte dell'incontro, dedicata a una tavola rotonda tra Provincia, Asat, Federalberghi ed Enit, gli albergatori hanno identificato i mercati su cui la categoria punterà nei prossimi anni: «Non misureremo più i risultati in presenze ma in fatturati, puntando su una clientela ad alta capacità di spesa - ha detto chiaramente il presidente nazionale di Federalberghi Bernabò Bocca - promuovendo non più l'Italia nel suo complesso ma nei suoi singoli territori». In montagna gli albergatori lavorano solo sei mesi, quando i costi fissi sono per 12 mesi, ha aggiunto Battaiola.

Altro obbiettivo futuro, le clientele estere protagoniste della crescita vertiginosa del trend del turismo a livello globale, che permetteranno di destagionalizzare: Cina, India, Emirati Arabi, Asia Centrale. Il target della categoria sono i Paesi dove risiedono i nuovi ricchi, che si spera lo saranno anche in termini di maggior sensibilità verso l’ambiente e gli usi e costumi del territorio ospitante.

 













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