Funivia, avanti tutta «Ci serve un Benko» 

L’assessore Stanchina: «Opera strategica, ma senza i privati è fantascienza» Maestranzi: «Tocca al Comune, si pianifichi il tracciato da Sanseverino» 


di Chiara Bert


TRENTO. Su un punto Provincia e Comune concordano: per la funivia che colleghi Trento al Bondone servono soldi privati. «Altrimenti», sintetizza in modo brutale l’assessore comunale al turismo Roberto Stanchina (Patt) «è fantascienza».

Il progetto, che da decenni affascina - a fasi alterne - gli amministratori cittadini e i bondoneri, ha ripreso quota alla luce dell’incontro di qualche giorno fa degli albergatori del Bondone, dove il governatore Maurizio Fugatti si è espresso così: «Se c’è un progetto serio e la presenza di investitori privati pronti a crederci è possibile avviare una valutazione della portata dell’investimento per un’opera a cui la Provincia sicuramente tiene». E del tema si è parlato anche ieri nel faccia a faccia tra l’assessore Stanchina e il suo omologo in Provincia Roberto Failoni (Lega).

Dai nuovi inquilini di Piazza Dante arriva dunque un’apertura ad un’opera che a più riprese si è affacciata nel dibattito pubblico sulla mobilità e sul turismo, ma che finora è stata frenata prima dai dubbi legati alla fattibilità dell’intervento, poi - soprattutto - dai costi importanti. La funivia da Trento a Vaneze e Vason richiederebbe un investimento di circa 30 milioni di euro a cui vanno aggiunti 15 milioni di opere correlate, ha ricordato il vicepresidente di Trentino Sviluppo Fulvio Rigotti, un altro fautore del grande impianto.

«È un’opera strategica, è ora che il Comune si pronunci», incalza l’assessore Stanchina. «L’ente pubblico da solo non può sostenere i costi, neanche attingendo ai finanziamenti europei. Vanno coinvolti i privati». Sul come, l’assessore è netto: «Non fermiamoci al Trentino, guardiamo oltre». L’esempio, per Stanchina, è quello di René Benko a Bolzano, il giovane tycoon austriaco che con le sue operazioni immobiliari da centinaia di milioni di euro sta cambiando il volto della città.

«Pensiamo alle ricadute che potrebbero avere certi investimenti sul territorio - insiste Stanchina - dobbiamo pensare a lungo termine e anticipare, con il tunnel del Brennero cambierà lo scenario e Trento sarà ancora più attrattiva. Gli ultimi grandi investimenti, nelle città, sono il frutto di sinergie pubblico-privato». Un terreno, quello del project financing, che ha naturalmente anche dei rischi. Quale contropartita chiederebbero i privati disposti a mettere sul piatto milioni di euro per la funivia? «È chiaro che in un bando vanno messi dei paletti - risponde l’assessore - ma vanno sfruttate le opportunità».

A spingere senza esitazioni perché la funivia si faccia è anche Dario Maestranzi, consigliere delegato al Bondone, che incalza la giunta: «Il 6 giugno scorso abbiamo presentato il masterplan, un piano di rilancio complessivo della montagna. Da allora aspettiamo di poter andare in consiglio comunale con un ordine del giorno che impegni la giunta a pianificare il tracciato della funivia con partenza da piazzale Sanseverino».

«Ognuno deve fare la sua parte», sostiene Maestranzi, «Trentino Sviluppo ha realizzato uno studio di fattibilità , sono stati fatti i confronti con gli impianti del Renon, di Aosta, di Malcesine. Si è individuato un tracciato, si conoscono i costi di realizzazione». «Ma chi investe su un’opera che non è pianificata?», si chiede il consigliere. «La giunta Fugatti si sta dimostrando molto ricettiva, abbiamo vinto l’inerzia di molti, anche tra gli operatori, che non ci credevano. Ma è arrivato il momento di non perdere altro tempo. L’impegno era di andare in aula entro febbraio». Il maxi-ascensore (sistema ipotizzato mesi fa)? «Per me esiste la funivia, un sistema studiato e con quello si va avanti».

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