Fondi europei, ecco il riparto: pioggia di milioni per la Provincia

La programmazione 2014-2020: per l’agricoltura 300 milioni, 30 in più del settennato precedente. Altri 220 per Fse e Fesr, 60 in meno: la quota mancante riassegnata da Roma per politiche nazionali


di Paolo Morando


TRENTO. Qualcuno visti i tempi temeva un salasso, che alla fine però non ci sarà. Si dovrà fare invece i conti con un diverso sistema di attribuzione, con un passaggio di parte delle risorse in sede di governo, che ne disporrà la distribuzione alle Regioni in funzione di politiche di valenza nazionale. Ma fatte le somme, il Trentino non dovrebbe comunque risentirne. Proprio in questi giorni agli uffici del Servizio Europa stanno facendo i conti con il riparto finale dei fondi comunitari per il settennato 2014-2020. Che ammonteranno a circa 300 milioni di euro alla voce agricoltura (il cosiddetto Feasr), più altri 220 circa tra Fondo sociale europeo (Fse) e Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), suddivisi più o meno a metà tra le due voci, con una notevole differenza rispetto al riparto precedente che vedeva invece la quota Fse di oltre tre volte superiore rispetto all’altra. Sulla carta sembrerebbe esserci un calo, viste le assegnazioni del 2007 che avevano previsto 218 milioni per la quota Fse e 64 di Fesr, per un totale allora di 282: ne mancherebbero dunque una sessantina. Ma proprio qui entra in ballo il nuovo meccanismo di erogazione, non più assegnato per intero direttamente alle Regioni (e alle province autonome) ma appunto in parte in capo al governo. Per l’agricoltura c’è invece da registrare addirittura un notevole aumento rispetto al precedente settennato 2007-2013: una trentina di milioni in più.

Fin qui le cifre, che Piazza Dante comunicherà ufficialmente nei prossimi giorni. E che comunque già danno la misura di quanto sia importante l’apporto dei fondi europei su bilanci quotidianamente presi di mira dal governo come quelli della Provincia. Che alla fine potrebbe anche godere di ulteriori assegnazioni, come è accaduto anche nel settennato appena concluso. Tutto dipende dall’utilizzo spesso tutt’altro che efficace, da parte delle Regioni, delle somme assegnate dall’Europa. I meccanismi della programmazione comunitaria fanno sì che nel caso in cui un’amministrazione non spenda le risorse a disposizione, queste vengano difatto revocate e rimesse a disposizione di chi, invece, ha già meritoriamente utilizzato l’intera propria quota. E il Trentino ricade pressoché regolarmente in quest’ultima categoria. I report più recenti del Servizio Europa, aggiornati al 31 marzo, indicano appunto nelle Province di Trento e Bolzano e nella Regione Lombardia gli enti più virtuosi, senza più alcun centesimo a disposizione delle risorse assegnate, con Veneto ed Emilia Romagna subito dietro, ma con percentuali irrisorie di “avanzo” che certo verranno abbattute entro l’anno. Diverso il caso di altre Regioni, soprattutto meridionali (ad esempio Basilicata e Calabria), che non riusciranno a dare fondo a quote importanti dei fondi ancora immobilizzati: in alcuni casi si tratta quasi del 20%.

Il bilancio europeo è di circa 140 miliardi all’anno, 970 per il settennato di programmazione. Ma i finanziamenti comunitari non si esauriscono in quelli strutturali indiretti, cioè assegnati da Bruxelles agli Stati che poi a loro volta ne stabiliscono il riparto fra le proprie Regioni. Vi sono infatti anche i finanziamenti diretti: certo minori rispetto ai precedenti (incidono per circa un quarto sul totale) ma si tratta comunque di cifre cospicue. Si tratta di risorse assegnate a una varietà di iniziative: si va dai programmi ambientali come il “Life+” a quelli relativi alla ricerca come l’“Horizon 2020”. Non sono riservate ai soli privati: anche qui infatti la Provincia scende regolarmente in campo a caccia di assegnazioni di risorse importanti, con progetti che devono però sempre prevedere partenariati con altri amministrazioni europee. Con una ulteriore particolarità: non è affatto prevista un’erogazione proporzionata fra richieste dei diversi Stati, ad aggiudicarsi i fondi sono semplicemente i progetti migliori, indipendentemente da chi li presenta. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

 













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