«Ferro e manganese, concentrazioni anomale»

L’assessore Gilmozzi: «Il dato è riferito però ad una zona di dimensioni limitate» L’impermeabilizzazione (costo di quasi 15 milioni) entro la fine del 2017


di Matteo Cassol


RIVA. «Allo stato attuale, il costante monitoraggio attuato dalla Provincia ha evidenziato la presenza di una zona di limitate dimensioni a valle della discarica in cui si rilevano concentrazioni anomale di ferro e di manganese»: lo scrive l'assessore provinciale Mauro Gilmozzi in merito alla Maza, nella risposta a un'interrogazione della Lega Nord. Il titolare di infrastrutture e ambiente spiega che in seguito alla fuoriuscita di percolato al piede del tomo che delimita a ovest il lotto II a fine dicembre 2009 è iniziato un programma di indagini e di monitoraggio della falda che ha evidenziato una situazione di alterazione della falda a valle della discarica e ha comportato l’avvio di un procedimento di bonifica nell’aprile del 2010. A partire da tale data è stato elaborato il piano di caratterizzazione in cui viene illustrato lo stato di contaminazione: «Dalle indagini - afferma l'assessore - emerge la presenza di un pennacchio di alterazione della falda a valle del lotto I lungo circa seicento metri, derivante dall’assenza di una impermeabilizzazione di fondo non prevista all’epoca della sua realizzazione e un’alterazione locale limitrofa al lotto II. La contaminazione si evidenzia principalmente con superamenti dei limiti per i parametri manganese e ferro e con un incremento, rispetto alla falda non contaminata, dei parametri conducibilità e ammoniaca».

L’Ufficio rifiuti dell’Agenzia per la depurazione ha poi provveduto alla redazione dell’analisi di rischio della discarica e al progetto di messa in sicurezza permanente tramite "capping" del primo lotto di discarica, con un sistema di barriera idraulica a tutela della falda a valle del sito. L’analisi di rischio e i relativi interventi sono stati approvati dalla Giunta provinciale nel dicembre 2011, con una deliberazione che ha fissato in sei anni (quindi non oltre il 14 dicembre 2017) il termine entro il quale l’Agenzia per la depurazione deve eseguire gli interventi. Il progetto definitivo approvato prevede un importo di quasi 15 milioni di euro: «Il progetto - scrive Gilmozzi - prevede la copertura del corpo discarica con un pacchetto impermeabilizzante, oltre alla realizzazione di un impianto di barriera idraulica posto a valle del lotto, come presidio per la qualità delle acque di falda».

Che dire della bonifica? «La proposta di quarto aggiornamento del Piano provinciale di smaltimento dei rifiuti prevede la possibilità di asportare in futuro le discariche di rifiuti urbani. L’asportazione dei rifiuti comporta anche la rimozione delle infrastrutture attualmente presenti per il loro contenimento. Nell’ipotesi di asportazione dell’intera discarica (lotti 0, 1 e 2) il volume complessivo di rifiuti da movimentare è pari a circa 600.000 metri cubi. Interventi di questo tipo richiedono in genere impianti di selezione per suddividere le varie tipologie di rifiuti escavati, in modo da recuperare alcune tipologie di rifiuti presenti».













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