«Famiglia, a febbraio piano strategico» 

L’annuncio del governatore Fugatti al festival (da ieri a domenica). Assente il ministro Fontana, 60 contestatori all’esterno



TRENTO. Dentro il Teatro, senza il ministro Lorenzo Fontana, il governatore Fugatti annunciava un piano strategico per la famiglia: interdisciplinare con il coinvolgimento di tutti gli assessorati, pronto a febbraio. Fuori dal Sociale c’era la contestazione alla manifestazione, non oceanica ma colorata e fantasiosa. All’interno è giunto solo l’eco lontano di alcuni mortaretti.

É iniziato così il Festival della Famiglia (da ieri al 9 dicembre) giunto alla settima edizione, quest'anno dedicato al rapporto tra qualità della vita e benessere familiare come antidoto al calo demografico. L'apertura dei lavori si è svolta appunto al Sociale, dove era atteso il ministro della Famiglia Fontana, che però è stato trattenuto a Roma da impegni istituzionali.

Fuori dal teatro una sessantina di manifestanti organizzati dal collettivo Transfemminista Queer Trento hanno protestato contro la linea politica di Fontana e del senatore Simone Pillon, relatore del ddl di riforma dell'affido condiviso, la cui presenza a Trento è prevista per venerdì: entrambi sono tacciati dai manifestanti d'essere espressione della “destra più nera e dell'integralismo cattolico”, alla luce delle loro posizioni avverse alle unioni civili, all'aborto e alla cosiddetta “cultura gender”.

Sul palco del Sociale, si è parlato soprattutto di politiche per la natalità. Gigi De Palo, presidente Forum Famiglie, ha indicato nel calo demografico una minaccia per la sostenibilità dello stato sociale: «Senza figli non c'è futuro per lo welfare, non ci sarà chi pagherà per una sanità pubblica. Le politiche per la natalità richiedono uno sguardo lungo, mentre i politici guardano al consenso immediato». In un videomessaggio, il ministro Fontana ha indicato nella lotta al calo demografico una priorità dell'azione di governo. Tra i manifestanti c'è chi risponde: «Le politiche per la natalità non possono costringere le donne a fare figli, servono politiche del lavoro che vadano incontro alle donne, che ancora guadagnano il 16% in meno in media rispetto agli uomini». De Palo ha segnalato l'esigenza di un “patto per la natalità” che coinvolga tutta la società: «Bisogna uscire da questa narrazione dominante per cui “fare figli è la tomba dell'amore”. Sondaggi mostrano come l'85% dei giovani voglia fare due o più figli, segno che c'è un desiderio di famiglia». Al di fuori, la portavoce dei manifestanti risponde: «Non ci interessa il matrimonio “davanti a Dio”, ma la liberazione anche sessuale delle persone. Questo festival è l'esaltazione della famiglia eteronormativa che discrimina le minoranze sessuali». A sottolineare il valore dell'Istituto familiare ci ha pensato l'arcivescovo Lauro Tisi, che dal palco ha dichiarato: «La famiglia è la parte più sana della società, sostiene le persone in difficoltà dove non arriva lo stato. La famiglia ci insegna che non siamo individui isolati, ma parte di un mondo più grande di noi e richiede di prendersi cura dell'altro». Il sindaco Alessandro Andreatta ha messo in evidenza il carattere operativo del Festival: «Non facciamo ideologia, ma proponiamo soluzioni concrete. Questo potrà scontentare chi enfatizza la bandiera della famiglia svincolandola dal vissuto reale delle persone».

Fugatti ha ascoltato tutti gli interventi poi, poco prima delle 18, ha preso la parola. Del piano interdisciplinare si è detto: «Verrà messo a punto con tutti gli assessorati, perché tutte le politiche debbono concorrere a creare le migliori condizioni per la crescita delle famiglie. Il piano sarà approvato entro febbraio 2019 e sarà poi valutato ed aggiornato attualmente. Nel piano troveranno spazio nuovi interventi economici di sostegno alle famiglie con figli dal concepimento sino all’università».

Ha spiegato ancora il presidente della Provincia: «Fra le azioni che il governo provinciale vuole mettere a regime non vi è solo il sostegno per le rette degli asili nido. Si tratta di un primo passo, serve una politica integrata, per esempio sappiamo che molti giovani fra i 20 e i 30 anni fanno fatica ad uscire dalle proprie famiglie, quindi si potrebbe pensare ad agevolazioni sugli affitti per i giovani, oppure a percorsi agevolati nei concorsi pubblici per le madri, a bonus bebé che non siano legati solo alla nascita, al sostegno ad esempio ai nidi aziendali».

Ancora: «Abbiamo una legge, del 2011, dedicata proprio al benessere familiare e sulle politiche familiari e sociali investiamo ogni anno 78 milioni di euro. Il tema della denatalità nelle valli trentine va affrontato con un approccio diverso rispetto ai centri maggiori, perché lo spopolamento delle valli comporta problematiche agricole, ambientali, turistiche». Le contestazioni sull’idea di famiglia della Lega: «Noi vogliamo fare una scelta decisa a favore di quella tradizionale, tra uomo e donna, in cui si riconosce la stragrande maggioranza dei trentini» ha osservato Fugatti.













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