«Errore premiare solo i progetti in classe» 

Degasperi (M5s) boccia l’idea di carriera per gli insegnanti ideata dall’assessore Bisesti. E qui lo spiega



TRENTO. Filippo Degasperi è consigliere provinciale del M5s ma, al di fuori della politica, è un insegnante di matematica. A Degasperi l’idea dell’assessore Mirko Bisesti all’istruzione, quella di introdurre una carriera per premiare il merito non piace: «Ho letto sul Trentino di ieri che nessun insegnante, e lo capisco, si dice contrario a questa ipotesi. Anche perché se ne parla da molti anni, lo aveva già fatto il governo Renzi con il suo progetto sulla “buona scuola” tutto fondato sulla valutazione degli insegnanti. Ci ha provato anche l’ex governatore Ugo Rossi. Ma io ritengo che sia sbagliato il punto di partenza: chi insegna è già stato valutato, con la laurea, con l’abilitazione, con i concorsi, con un anno di prova. Serve invece un metodo chiaro, che non cambi ogni due anni per il reclutamento di chi deve svolgere questa professione: si creano precariato e sanatorie, si arriva poi ad avere della persone che possano arrivare in una scuola quasi per caso» osserva Degasperi.

«La scuola sopravvive anche senza queste fughe, tra l’altro copiate da altri. Tra l’altro non crediamo che sia offrendo ipotetici premi in denaro che si aumenta la qualità dell’insegnamento, o la motivazione. Ma non è tutto: una sorta di premialità è già presente nelle scuole ma, in moltissimi casi, si è rivelato uno strumento per creare attorno al dirigente una sorta di gruppo di fedelissimi. Quindi qui si assiste al tentativo della politica - continua il consigliere del M5s - di arrivare a controllare i dirigenti. Sono figure che sceglieranno sempre di più il proprio gruppo di fedelissimi, grazie a questi premi. Un principio che riteniamo sbagliato. Si cambi subito il modo di reclutare gli insegnanti e si riequilibri il sistema, alleggerendo il potere del dirigente scolastico verso la didattica, attribuendolo al collegio dei docenti. Non va nemmeno bene che i soldi alla scuola arrivino solo se si fa quello che piace alla politica. Ed infine l’aspetto che noi contestiamo da più tempo: quello che la premialità sia sempre riferita ai progetti, sono pur sempre interventi estemporanei. Si dovrebbe cambiare direzione, una scuola progettificio non può sostituire quella dell’insegnamento».













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