Equitalia, sanzioni fino al 5000%

Un imprenditore denuncia: «Dovevo 40 centesimi al fisco, ho pagato 22 euro»


Ubaldo Cordellini


TRENTO. Va bene che son tempi grami. Va bene che gli evasori fiscali mettono le mani nelle tasche di tutti. Va bene che l'Italia è in crisi, ma state attenti anche alle virgole. Se arrotondate per difetto un versamento anche di pochi centesimi, il fisco, attraverso Equitalia, può richiedervi decine di euro. Arrivando al 5 mila per cento del dovuto. E' accaduto a un imprenditore trentino titolare di imprese nel ramo delle costruzioni. Ha sbagliato per difetto il versamento per l'iscrizione alla camera di commercio, che viene pagata in base al fatturato dell'impresa.

In un caso ha sbagliato di 0,40 euro, ovvero quaranta centesimi e si è visto recapitare una cartella esattoriale da 21,97 euro, ovvero il 5 mila per cento del dovuto. In un altro caso, per un'altra delle sue imprese, l'errore è stato di un euro e 88 centesimi e Equitalia gli ha chiesto 36,82 euro. In questo caso si tratta del 2 mila per cento in più del dovuto al fisco. Se Equitalia dovesse rincorrere con la stessa solerzia anche cifre molto più alte, il deficit italiano si ridurrebbe in tempi abbastanza veloci.

Ovviamente, la gran parte delle cifre richieste è composta da sanzioni, mentre gli interessi costituiscono una parte piccolissima della cartella esattoriale. Nel primo caso, quello della cartella da 21,97 euro, l'imprenditore aveva versato in anticipo il diritto annuale alla Camera di commercio calcolando a spanne il fatturato. Aveva sbagliato di pochi centesimi. Equitalia, però, è stata inflessibile e gli ha comminato una sanzione da 20 euro più gli interessi su quei 40 centesimi. Nel secondo caso, la sanzione pecuniaria è stata di 31,57 euro che, sommata alle altre spese, ha portato la cartella esattoriale a un importo di 36,82 euro.

L'imprenditore è trasecolato quando ha ricevuto le cartelle esattoriali: «Mi sembra una cosa assurda. Il versamento alla Camera di commercio viene fatto in anticipo e non è possibile calcolare al centesimo il fatturato. Quindi la sanzione è praticamente automatica. Ma l'assurdo è il l'importo che si deve pagare. Rispetto a una dimenticanza di pochi centesimi, si va a pagare molto di più». Insomma, il fisco italiano è attentissimo ai centesimi, in un paese nel quale l'evasione fiscale è stimata intorno ai 200 miliardi di euro all'ano. Forse hanno proprio ragione le nonne che dicono che bisogna fare attenzione anche alle briciole. Del resto anche Paperon de' Paperoni ha costruito la sua fortuna su un decino, la mitica numero 1. Speriamo che valga la stessa cosa per l'Italia.













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