"Dolomiti, un patrimonio trascurato"

Vertice tra Sat, Cai Bolzano e Alpenverein: "Sì alla Vetta d’Europa"


Marco Weber


SAN MICHELE. Le Dolomiti, i “monti pallidi” sono state dichiarate nel 2009 dall’Unesco “patrimonio dell’umanità”. Un prestigioso riconoscimento che però - secondo la Sat di Trento, il Cai di Bolzano e l’Alpenverein Südtirol - non è pubblicizzato e valorizzato a sufficienza. Questo hanno concluso ieri le tre associazioni riunite per gli «stati generali» a San Michele all’Adige.
E questo è un vero peccato, secondo i tre presidenti Piergiorgio Motter, Giuseppe Broggi e Georg Simeoni che hanno sottolineato il fatto che a livello pratico poco è stato fatto, ovvero poche persone sanno quanto importanza sia essere “patrimonio dell’umanità”. L’incontro di ieri è servito quindi per accordarsi su cosa fare per rimediare a questa lacuna L’impegno preso, che verrà ufficializzato nei prossimi giorni, è quello di darsi da fare sia ciascuna con i propri associati che congiuntamente attraverso iniziative nelle scuole e organizzando delle serate sull’argomento. «È certamente positivo questo importante riconoscimento, questa valorizzazione che porta con se degli impegni per mantenere integro quanto più possibile questo fantastico paesaggio», afferma Motter. Che però aggiunge: «Noi perseguiamo da sempre un turismo con approccio lento, non aggressivo, a misura d’uomo, improntato sul rispetto della fragilità dell’ecosistema. Dalla riunione di oggi è quindi scaturito anche l’impegno comune di farsi tramite nei confronti della politica affinché questo patrimonio immenso per bellezza ed unicità che sono le Dolomiti, rimanga tale». In questo contesto si inserisce perfettamente anche la posizioni univoca dei tre club alpini riguardo la contrarietà al far pagare un pedaggio agli automobilisti che nei 20 giorni estivi di maggior flusso turistico transitano sui passi dolomitici. La richiesta alternativa è che vengano invece chiusi i passi dalle 10 alle 16 con l’organizzazione da parte delle strutture turistiche locali di un adeguato servizio di bus navetta. Altro punto all’ordine del giorno la gestione del Parco dello Stelvio. Ribadita nella sostanza da tutte e tre le organizzazioni alpinistiche la non contrarietà alla legge che ha di fatto suddiviso il parco in tre realtà amministrative, ma - hanno sottolineato i rappresentanti di Sat, Cai e Alpenverein - è necessario che non si vada avanti a comparti stagni, ovvero «serve coordinamento». Si è deciso quindi di chiedere al gruppo parlamentare trasversale “amici della montagna” di lavorare in tal senso.
Nella riunione di è parlato anche del “Protocollo delle Alpi”, intesa non ratificata dall’Italia. Anche in questo caso le parti si sono impegnate per fare pressione comune presso il mondo politico affinché la ratifica venga effettuata quanto prima.
Stato toccato anche l’annoso contenzioso sulla toponomastica della Vetta d’Italia. Il presidente del Cai Alto Adige, Broggi, ha lanciato agli amici dell’Alpenverein Südtirol l’ipotesi di rinominarla come Vetta d’Europa, affiancandolo al tradizionale nome in uso tra la popolazione di lingua tedesca Glockenkarkopf.
Su questo anche l’Anpi del Trentino si è detto favorevole: «Il ritorno al nome originario della montagna sarebbe la modifica più logica e riparatrice».

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