Dimenticano fuori i tavoli multa record di 456 euro

Dopo i mesi estivi la concessione del plateatico scadeva col primo novembre Per banali ragioni organizzative, i gestori hanno «sforato» di una settimana



ROVERETO. A rigore di norme, non c'è nulla da eccepire. Ma il punto è proprio il “rigore”: ce n'è tutto questo bisogno? Ancora di più, ha senso colpire una attività commerciale con questa implacabilità per quello che si può considerare un peccato veniale, se proprio non si vuole credere alla totale buona fede? Il pugno di ferro non si potrebbe riservare a violazioni più serie o a comportamenti più palesemente “furbetti”?

Il caso specifico riguarda la Bottega del caffè Dersut, in via Garibaldi. Per tutta l'estate ha goduto (pagandolo, ovviamente) dell'utilizzo come plateatico di un pezzetto di via Beata Maria Della Croce. Per la precisione, 27 metri quadrati, occupati con una mezza dozzina di tavolini con relative sedie. Più le fioriere a contorno. Valore secondo il regolamento comunale, 28 euro al giorno: 195,41 euro a settimana; 837 euro circa al mese. Che un pezzo di marciapiede possa costare come affitto circa 4 volte gli appartamenti della stessa zona della città già può stupire, ma le tariffe sono state determinate dal regolamento comunale e queste sono. Va detto per onestà che per le occupazioni che superano i 14 giorni, c'è la riduzione alla metà: quindi il bar che usa il plateatico per 6 mesi pagherà 418 euro al mese.

Il problema è che il caffè in questione aveva fissato come termine per l'occupazione del suolo pubblico il 31 ottobre. Il sette novembre tavolini e sedie erano ancora lì e si è presentato l'incaricato dell'Ica (che riscuote per conto del Comune) a chiedere ragione dello sforamento. La ragione era molto banale: doveva finire tutto in un magazzino nei pressi del locale, ma di proprietà di altri. E i gestori del Dersut stavano attendendo il via libera per stivare le loro cose. Ritardo indiscutibile, ma motivato insomma. A quel punto il funzionario Ica chiede di mettere sedie e tavolini in un modo diverso, a ridurre al massimo l'ingombro di suolo, e questo può starci di sicuro. Ma annuncia anche che farà comunque verbale. Quattrocentocinquatasei euro da pagare: la tassa non pagata (sette giorni: 195,4 euro) altrettanto per l'omessa denuncia (la mancata richiesta di utilizzo del suolo) più interessi, spese di notifica e sanzioni assortite. A rigore, appunto, ineccepibile. Ma tutto questo rigore non è un po' sprecato? Chi paga per sei mesi non sta sfruttando il plateatico a sbafo sperando che nessuno se ne accorga. E a inizio novembre non c'è la coda per bere un caffè sotto la pioggia: difficile immaginare che quella settimana di tavolini in più abbia dato chissà quale utile ad un locale che, tra l'altro, applica per il servizio ai tavoli esterni un sovrapprezzo di 10 centesimi sul caffè: solo per “pagare” 195 euro ce ne voglio 1950. Per lucrare 10 euro, altri cento.

Se i plateatici sono uno dei punti di forza di un centro storico vissuto e vivibile, quindi un valore certamente per chi li sfrutta commercialmente, ma anche per la città, magari un po' meno di rigore e un po' più di buon senso potrebbero convincere anche quel 90 per cento di locali che a mettere due tavolini in strada nemmeno ci pensano, a farlo. O almeno, non spingere a ripensarci facendosi bene due conti in tasca chi già li ha. (l.m)

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