Da Benedetti solo piccoli ritocchi

Una base sociale allargata in testa alle priorità del nuovo presidente



RIVA. La prima riunione del consiglio d'amministrazione di Ingarda designato dall'assemblea dei soci alla fine di maggio, del tutto informale, è servita al neo presidente Marco Benedetti e alla sua squadra per una preliminare presa di contatto, quasi un assaggio, sia delle persone chiamate a tirare insieme la carretta nei prossimi tre anni, sia dei problemi da affrontare dalla cabina di regia del turismo altogardesano. Preliminarmente Benedetti assicura che il passaggio delle consegne con Enio Meneghelli è avvenuto in totale tranquillità, senza lasciare strascichi più o meno avvelenati. Com'è ovvio il rodaggio per il nuovo consiglio d'amministrazione parte dalla valutazione dell'eredità: ossia di quel piano strategico per il 2011 che la direttrice Roberta Maraschin ha illustrato in assemblea.

Presidente Benedetti, condivide il programma degli impegni lasciatole da Meneghelli? tanto, poco o niente? «Alcuni aspetti, tipo l'offerta di nuovi prodotti, segnalano che s'è lavorato bene. Però trovo che manchi un piano strategico per il medio periodo, una definizione di quale tipo di turismo vogliamo per l'Alto Garda, da cui far discendere poi le scelte operative anno dopo anno».

Dobbiamo attenderci una specie di stati generali? «La conferenza c'è già stata ed ha offerto alcuni spunti da tenere in considerazione. Partendo da lì penso che dovremmo riuscire a trovare in casa le idee per dettare le direttrici. Le capacità le abbiamo».

Torniamo a quell'allargamento della base sociale che costituisce la critica più specifica rivolta alla gestione precedente? «E' anche la scommessa su cui ci giochiamo il futuro: siamo stati eletti per questo. E non credo che sia possibile aspettare che la compartecipazione (di questo in fondo si tratta, dei privati che contribuiscono alle spese) venga imposta dalla provincia per legge: credo e spero che saremo capaci di avviare un metodo nuovo.»

Ma la scarsa disponibilità dei privati ad entrare in Inagarda non deriva dal fatto che le decisioni vengono prese ai vertici, sostanzialmente da un accordo fra i partner pubblici? «I Comuni avranno voce in tema di infrastrutture, per aspetti istituzionali e promozionali il dialogo si farà con le aziende. La presenza nel cda dei presidente di Unat ed Asat, Enzo Bassetti ed Elisa Ressegotti, è la garanzia della circolazione di idee con la base».

Nel concreto, si prevedono correzioni di rotta? «L'outdoor va bene, ma preferirei che la promozione avvenisse in direzione di target più ristretti: bike, arrampicata, nordic walking, e così via, possono rappresentare settori specifici per iniziative mirate».

E per la vela? è vero che il surf arranca? «Il surf è un prodotto maturo, il kyte indica la stanchezza nei confronti del tradizionale. Vanno curati e potenziati i rapporti con gli organizzatori di regate, un settore che per fortuna non conosce crisi».













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