«Così non può durare a lungo»

Upt e Ual fissano i paletti per la giunta: «Sui punti nascita no a soluzioni schizofreniche». Manica: «Sarà temporaneo»



TRENTO. «La soluzione proposta dall’assessore può essere accettata solo per brevissimo tempo come soluzione di emergenza». In un comunicato congiunto Upt e Ual fissano i paletti sulla riorganizzazione ospedaliera che prevede la chiusura delle sale operatorie e l’assenza degli specialisti nelle ore notturne e nei fine settimana negli ospedali periferici e il dirottamento dei pazienti sugli ospedali di Trento, Rovereto e Cles. La questione dirimente, per i due partiti, resta il futuro dei punti nascita di cui hanno fatto una battaglia politica: «Non è possibile lavorare da una parte cercando di ottenere deroghe che permettono di mantenere punti nascita e studiando soluzioni per mantenere i servizi decentrati nelle valli e dall’altra attuare una normativa europea che prevede nei fatti un depotenziamento talmente evidente da avere come prima e inevitabile conseguenza il venir meno della fiducia dei cittadini nei confronti delle strutture periferiche e il conseguente spostamento in massa verso Trento (o verso Rovereto e Cles)», scrivono gli assessori Gilmozzi e Mellarini e i consiglieri Passamani, De Godenz, Tonina e Detomas. «Come credete che si ritroveranno ad operare Trento, Cles e Rovereto quando su di essi graveranno tutte le emergenze trentine e quando gli ospedali di periferia situati in luoghi turistici potranno garantire solo parzialmente gli interventi d’ortopedia? Saranno intasati». In una question time i consiglieri chiedono alla giunta quale iter sui punti nascita si prevede di presentare al ministero per ottenere la deroga, tempi e modi di attuazione del riordino della rete ospedaliera che garantisca la massima copertura dei servizi, se sarà garantita, dato l’approssimarsi della stagione invernale, la piena funzionalità dei reparti di ortopedia nelle zone turistiche, e infine quante saranno le nuove assunzioni.

Per Alessio Manica, capogruppo del Pd (il partito dell’assessore Zeni), «è evidente che questa situazione non è sostenibile a regime, significherebbe chiudere i punti nascita». «Non mi agito perché questo è stato un provvedimento d’urgenza. Si dovranno potenziare gli organici perché se tieni aperto un ospedale, dev’essere con perfetti standard di sicurezza». Diversa la lettura del capogruppo del Patt Lorenzo Baratter , per il quale la riorganizzazione «segue la logica del buonsenso e non è un compromesso al ribasso». «I punti nascita sono garantiti. Se passa il messaggio che un servizio che resta aperto fino alle 20 sta per chiudere i battenti, allora la quasi totalità dei servizi pubblici è chiusa». Intanto le minoranze vanno all’attacco e hanno chiesto che il presidente della Provincia Ugo Rossi riferisca in aula, durante la prossima seduta.

(ch.be.)













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