Controlli fiscali, immagine a rischio

Gli operatori della valle di Fassa temono un contraccolpo per il turismo


Gilberto Bonani


VAL DI FASSA. Non preoccupano i controlli fiscali ma i danni collaterali d'immagine: quelli sì preoccupano il turismo fassano. Operatori economici e albergatori non contestano il diritto degli ispettori del fisco a fare il loro dovere ma non condividono la spettacolarizzazione stile Cortina.

Celestino Lasagna, presidente dell'Asat fassano (l'Associazione albergatori e imprese turistiche della Provincia di Trento) è esplicito.  «A noi albergatori non impensieriscono i controlli fiscali. Da anni la finanza passa nelle nostre aziende a verificare la contabilità e la consegna degli scontrini fiscali. Ci crea problemi invece l'esame sugli ospiti. Non vorremmo che altri spot pubblicitari inneggianti alla serietà del fisco allontanassero i turisti dalle Dolomiti a favore, per esempio, delle vicine località austriache dove non interessa a nessuno se gli italiani che sono in vacanza pagano o no le tasse. Se lotta dura all'evasione deve essere fatta, invito Attilio Befera (il direttore dell'Agenzia delle Entrate ndr) a programmare i controlli nell'arco dell'intero anno e nei comuni rispettivi di residenza».

Sulla stessa lunghezza d'onda Riccardo Franceschetti, sindaco di Moena, albergatore e per molti anni presidente dell'Azienda di promozione turistica.  «Premesso che pagare le tasse è un dovere dei cittadini non sono d'accordo sulla modalità d'intervento registrato a Cortina. Come esistono i paradisi fiscali dove nascondere guadagni illeciti o non dichiarati al fisco - spiega - così non vorrei si realizzassero paradisi per le vacanze dove nessuno può chiederti se hai pagato le tasse. Oggi è molto facile cambiare destinazione per le proprie ferie e la concorrenza internazionale è spietata. L'enorme pubblicità data ai fatti di Cortina rischia di impaurire i turisti con il conseguente cambio di destinazione».

Enzo Iori, attuale presidente dell'Apt di Fassa e albergatore allarga l'orizzonte ad alcune disposizioni varate dal governo Monti. «Non tutti i turisti pagano con carta di credito. Ci sono ancora clienti, anche stranieri, che acquistano un'attrezzatura completa da sci pagando in contanti. Il negoziante, per vendere, deve necessariamente emettere più scontrini per non superare la fatidica soglia dei 999 euro. Questo vincolo può essere un problema per il turismo».

E il ricordo va ai turisti russi che per primi scoprirono le Dolomiti. Molti commercianti ricordano ancora la meraviglia nel vedere estrarre dalle tasche rotoli di dollari tenuti insieme da un elastico. I tempi sono cambiati, ma non è un'eccezione trovare turisti, italiani o stranieri, che usano ancora i contanti per saldare il conto dell'albergo. La valle di Fassa comunque non ha avuto la visita degli ispettori dell'Agenzia delle entrate nel corso delle vacanze natalizie. Molti gli italiani presenti tra Moena e Canazei ma anche gli stranieri, specialmente quelli provenienti dall'Est. Più che dei controlli del fisco ora gli operatori turistici volgono l'attenzione alla tenuta della stagione turistica.













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