il personaggio

Ciclone Diprè: «Vi spiego perché la gente mi ama»

Da cattoliccissimo portaborse dell’ex assessore Molinari a star del web-trash Oggi “lo sgarbino” torna in Trentino, dove è nato: «Trento? Una casa di riposo»


di Katja Casagranda


TRENTO. C’è chi lo ama e chi lo odia, di sicuro quando ci si imbatte in lui che viene definito “il re del web” non si può rimanere indifferenti nel bene o nel male. Andrea Diprè torna questa sera in Trentino, quel Trentino dove è nato, ossia a Tione e dove ha vissuto, sempre puntando in alto e , come lui stessa afferma, sfacciatamente sfruttando le vie per arrivare al successo.

Diprè, svestiti i panni della carriera politica, quella di laico ecclesiastico, ed indossati quello di showman che non rinuncia al titolo di critico d’arte e men che meno di avvocato, sarà questa sera la guest di Molo 11 al Lido di San Cristoforo ore 22 per l’Inaugurazione della Stagione Invernale a cura di Blackout Events. “Torno in Trentino dopo tantissimo, non ho più nessun legame, se non la famiglia. Da due anni frequento le discoteche di tutta Italia come ospite dove incontro il mio pubblico che è quello dei giovanissimi ragazzi dai quindici ai vent’anni, che guardano i miei video, che hanno ancora le menti aperte e fertili, non addormentati dal sistema e dalla religione di cui la nostra società è imbevuta. Ragazzi che sognano ancora libertà e coraggio di rompere gli schemi e guardano a me come a colui che ha avuto il coraggio di farlo. Sono deluso e schifato dalla politica che non è democratica ma una manipolazione costruita e pilotata”.

Un passato in politica, quello di Diprè (che fu anche portaborse dell’allora assessore Claudio Molinari) che lui racconta così: “Una volta mi piaceva ma ora non me ne interesso più. L’ultimo aggancio che ho a Trento è quello che mi lega all’ordine degli avvocati di cui ho la tessera e da cui solo perché davo fastidio perché ero in televisione avevo un programma dove c’erano anche modelle nude, mi hanno cancellato in un modo schifoso e del tutto discutibile. Eppure anche a Trento vedo molti dipreisti, che perseguono la filosofia dipreista che ho coniato, dove non è una colpa non lavorare in un mondo dove in politica e televisione è pieno di persone che prendono un sacco di soldi senza saper far nulla. E con la falsità di chi perché ha i soldi razzola male di nascosto, impone una falsa morale puritana agli altri propagando valori vecchi”.

Una filosofia tutta sua, che vede nel web una luce di libertà: “Grazie ad internet tutto è veloce e le idee circolano, i ragazzi non si possono più indottrinare, sono avanti. La Chiesa poi.... Mi candidai con la Margherita e avevo fatto carriera ecclesiastica da laico ma i preti non mi sostennero”. E ancora: “Mi reputo il più grande critico d’arte, visto che è mia la definizione di “arte mobile” ma anche lì le gallerie ad un certo punto mi hanno attaccato perché con il mio lavoro avevo preso troppo potere. I miei video che raggiungono milioni di visualizzazioni sono come un libro di storie di persone improbabili che io racconto. Persone a cui do una mano a raggiungere la notorietà”.

Anche sul fenomeno della movida trentina, Diprè ha una sua opinione chiara: “Trento è una Casa di riposo, se si nega la movida allora si dovrebbero chiudere anche i gruppi pastorali e parrocchiali. La politica sociale non esiste più, è fatta da persone che non hanno più senso di esistere, così come le Fondazioni. Tutto questo perché c’è l’Autonomia, ma se solo la togliessero cadrebbe tutto. Altro che movida i ragazzi, dovrebbero scendere in piazza e pretendere libertà e futuro scardinando questi centri di potere che si sostengono. Io lo so perché ero segretario di un assessore e sono stato mandato via perché davo fastidio”.













Scuola & Ricerca

In primo piano