SANITà

Cavalese, punto nascita al capolinea

Il ministro ritira la deroga, venerdì l’ultimo giorno. Zeni: «La consideriamo una sospensione e cerchiamo ancora pediatri»


di Andrea Selva


TRENTO. È finita: niente più fiocchi azzurri e rosa all’ospedale di Cavalese che sabato 11 marzo, per ordine del ministero della Sanità, chiuderà i battenti. Gli ultimi bambini potrebbero venire alla luce in questi giorni, al massimo venerdì, ma probabilmente sono già nati visto il ritmo, ormai ridottissimo, che caratterizza il punto nascita dopo l’orario part-time stabilito in seguito alla carenza di medici pediatri.

L’annuncio della chiusura è stato diffuso ieri sera dalla Provincia con un comunicato stampa, ma la decisione dipende da Roma che ha confermato il punto nascita di Cles (che rispetta i requisiti operativi, tecnologici e di sicurezza previsti dagli accordi) e ha invece revocato il via libera che era stato accordato in precedenza alla valle di Fiemme. I tecnici del ministero ritengono che non ci siano più a Cavalese (in particolare con la configurazione 12 ore su 24) le condizioni per garantire qualità e sicurezza dell’assistenza alla madre e al neonato.

«E’ un errore, non molliamo» Le reazioni dalla valle di Fiemme: «Lavoriamo per cambiare gli standard»

Grande amarezza da parte degli amministratori della valle di Fiemme (di cui riportiamo alcune dichiarazioni nel pezzo qui accanto) ma anche da parte della Provincia: «Forte dispiacere per questa decisione» hanno detto il presidente Ugo Rossi e l’assessore Zeni, che hanno comunque dichiarato che prosegue l’azione intrapresa (in accordo con le regioni confinanti) per rivedere gli standard che prevedono la presenza dei pediatri 24 ore su 24. Ma continua anche la ricerca di personale per i punti nascita: «Il mandato che abbiamo dato all’azienda sanitaria continua in modo che la chiusura del punto nascita possa essere considerata una semplice sospensione, con la possibilità di chiedere il prima possibile (quando ci saranno le condizioni, ndr) una nuova deroga al ministero» ha detto Zeni.

La Provincia ha inoltre ricordato il lavoro svolto per assicurare ai quattro punti nascita periferici del Trentino le condizioni per rimanere in funzione. Ma in base all’accordo tra Stato e Regioni del 2010 sui 500 parti all’anno oltre al punto nascita di Borgo Valsugana (chiuso in precedenza) sono stati chiusi Tione, Arco e ora tocca a Cavalese. Si salva solo Cles.

Da parte del direttore dell’azienda sanitaria Paolo Bordon, su cui ricade la responsabilità per il mancato rispetto delle indicazioni ministeriali e a cui spetta formalmente la decisione della chiusura, è arrivata la promessa che l’azienda sanitaria “garantirà a tutte le donne delle valli di Fiemme e Fassa una presa in carico completa (attraverso il percorso nascita) e tutte le attività specialistiche ginecologiche oltre alla specialistica pediatrica in collaborazione con la pediatria di Trento”.













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