Cassa integrazione, la Fiom: «Un autunno ad alta tensione»

Gli ultimi dati: + 50% nei primi mesi dell’anno in corso Ad aprile sono già 33 le aziende che ne hanno fatto ricorso


di Silvia Siano


TRENTO. L’autunno si preannuncia bollente per le aziende trentine. A dirlo sono i dati forniti dalla Fiom Cgil, che non nasconde la preoccupazione per la tenuta di un sistema produttivo, duramente provato dalla crisi. «Ad inizio anno - ha detto Roberto Grasselli, responsabile della Fiom Trentino - il mercato ha avuto piccoli segnali di ripresa. Ma l’illusione è durata poco. In quest’ultimo trimestre, il ricorso alla cassa integrazione è aumentato».

A rallentare di nuovo sono il settore dell’automotive, dell’edilizia e dell’indotto legato a quest’ultima. E la situazione è generalizzata all’intero Trentino. «A parte qualche fiore all’occhiello, qualche società che non sta accusando più di tanto gli effetti della crisi - ha proseguito il responsabile della Fiom - le aziende lavorano sempre di più al ribasso». Il rischio che in autunno, i sindacati debbano trovarsi a fare la conta dei superstiti, è altissimo. «La depressione produttiva è ovunque - ha ribadito Grasselli - ed è difficile sapere in che direzione andremo. Nessuno, imprenditori compresi, si aspettava una situazione così pesante. Ci stiamo preparando all’estate con parecchia preoccupazione e con tanti punti di domanda». Per fare il punto della situazione e per sciogliere qualche nodo, i sindacati Cgil, Cisl e Uil saranno impegnati in un vertice con la Provincia. «Dopo quell’incontro - ha detto Grasselli - avremo un quadro più completo. La sensazione è che il peggio però ancora non sia passato».

Il rischio di chiusure e di riduzioni di organico è dietro l’angolo. All’interno della crisi, c’è anche un’altra forse più pesante ed è quella della liquidità. Oltre a calare le produzioni perchè la domanda di beni si è ridotta, c’è chi non paga o lo fa in modo troppo dilazionato, mettendo in seria difficoltà imprese e lavoratori.

«Per il momento - ha precisato Grasselli - non abbiamo notizia di aziende che abbiano deciso di uscire dal mercato. Ma il quadro non è roseo. Il calo dei volumi è lento, ma costante». A dire che il sistema produttivo trentino per il momento tiene, ma è al limite. L’indicatore non è solo il ricorso maggiore agli ammortizzatori sociali, ma anche il clima di sfiducia che si respira tra gli addetti ai lavori. «Tanti si lamentano, - ha spiegato Grasselli - temono per il loro futuro. Situazioni di difficoltà ce ne sono parecchie, non solo in Vallagarina. Lo dimostra il fatto che abbiano fatto domanda per la cassa integrazione anche aziende solide, che non hanno mai avuto problemi».

Del resto le preoccupazioni del sindacato sono confermate dagli ultimi dati relativi alla cassa integrazione. Ad aprile 2012 le aziende trentine con dipendenti (a vario titolo) in cassa integrazione risultano 33, mentre ancor più inequivocabile è il dato relativo al raffronto tra le percentuali di cassa integrazione ordinaria e straordinaria del bimestre gennaio-febbraio del 2011 con quelle dello stesso periodo del 2012. I settori che soffrono di più sono il metallurgino e l’alimentare. Complessivamente l’aumento della cassa integrazione nei primi due mesi dell’anno rispetto all’anno precedente è di poco superiore al 48 per cento.













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