Campiglio, a fuoco il rifugio per gatti

Un atto doloso, denunciato da una lettera al giornale



MADONNA DI CAMPIGLIO. Riceviamo la lettera di Luciano Feltracco, che denuncia un episodio di intolleranza verso gli animali, che avrebbe potuto avere conseguenze anche per gli esseri umani. Qualcuno infatti ha tentato di dar fuoco alla casetta in legno, costruita per dar rifugio ad una colonia di gatti, vicino all'arrivo della 3-tre. Scrive Feltracco: «Angela vuole bene agli animali, soprattutto ai gatti. Con l'aiuto delle amiche Palmira e Piera si occupa anche di una colonia che vive nelle vicinanze dell'arrivo della pista 3-tre. Con la grande disponibilità dell'amico Alberto, membro dell'associazione AnimaliAmo che opera in collaborazione con l'Asl e il Comune di Pinzolo, questa colonia era stata a suo tempo sterilizzata e quindi resa "tranquilla"».

Racconta ancora Feltracco: «Angela è preoccupata, sta per arrivare l'inverno e fa freddo. I gatti hanno bisogno di un riparo. Chiede al marito di costruire un alloggio che possa quantomeno migliorare la situazione. Detto fatto; un po' di materiale, qualche serata di dopolavoro ed ecco finita una bella e solida casetta a due piani, pronta a dare riparo ad una famigliola di 4/5 gatti. Il posto individuato è vicino all'arrivo della 3-tre, in mezzo ai mughi per non dare fastidio a nessuno. Per tre mesi la famigliola ha dimorato in questa casetta, superando le temperature gelide dell'inverno. Certamente non poteva immaginare che, un brutto giorno, qualcuno avrebbe cercato di interrompere questa bella storia. Proprio così! Qualcuno ha portato la casetta sotto il portico del parterre d'arrivo 3-tre e gli ha dato fuoco. E' una fortuna che le fiamme non abbiano attecchito. Altrimenti anche lo stesso porticato, e con esso l'intera casetta 3-Tre, sarebbe stato a rischio». E la lettera si conclude così: «Possibile che chi ha fatto un gesto tanto ignobile non abbia pensato alle disastrose conseguenze? L'intenzione era quella di eliminare degli animali che non danno fastidio a nessuno. Qualcuno dovrà meditare».













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