C’è la crisi, così lo Stato vuole far cassa sugli animali

Salta l’emendamento che prevedeva la tassa per chi possiede quattro zampe Ma c’è l’intenzione di inserire nel redditometro le cure del veterinario


di Ivana Sandri


TRENTO. Pagare una tassa sugli animali d'affezione da destinare ai Comuni per il finanziamento di iniziative per prevenzione e contrasto del randagismo, mentre da parte dell'Italia dei valori è stato presentato un emendamento, secondo cui si esonerasse chi adottava un cane o un gatto in una struttura comunale (canile o gattile). La proposta era già in dirittura d'arrivo in commissione Affari sociali della Camera, quando le polemiche sono montate, anche all'interno del Parlamento, spingendo lo stesso relatore, il veterinario Gianni Mancuso del Pdl, a dichiarare che avrebbe provveduto a farla togliere da ddl. In realtà anche in Trentino fino al 1992 i cani erano soggetti ad una tariffa comunale (all'art. 6 della Legge quadro 281 del 1991 indicata in Lire 25.000). La differenza era data dal diverso spirito che sottostava alla tassazione: ne erano soggetti i cani considerati un puro lusso, cioè senza una utilità pratica e o che non servivano per la guardia. Il concetto di "animale membro della famiglia" era di là da venire, mentre oggi è proprio questo il ruolo rivestito nella maggioranza dei casi.

E proprio in questa differente visione si inserisce la posizione - condivisibile - che, se tassa deve esserci, deve colpire chi alleva gli animali per venderli e chi li acquista. In attesa di sapere con certezza se è stata ritirata definitivamente o se verrà riproposta, ecco i costi gravano sui nostri amici animali. Nel redditometro sembra che ci finiranno molte volte: se li assicuriamo in caso provochino danni a persone o cose; se li assicuriamo contro le malattie, con buona pace delle compagnie di assicurazione che cercano di convincerci che è meglio "fare la mutua" a Fido e Micio, una polizza facoltativa che prevede, dietro il pagamento di un premio annuo, la copertura di alcuni eventi/malattie; se decideremo di fare il nostro dovere di proprietari, fornendo ai nostri animali le necessarie cure veterinarie; se abbiamo uno o più cavalli, il che è giusto se sono delle "attrezzature" da impegnare in divertimenti costosi: trekking, gare, rodei o altro, ma sbagliato se sono degli amici che vogliamo tenere con noi per tutta la vita, magari senza imprigionarli in piccoli e tristi box o sporchi recinti, curandoli anche quando saranno dei vecchietti, senza pensare a quanto ci potranno - dopo averli sfruttati tutta la vita - rendere come carne da macello. Dimenticavamo che nel redditometro sono previste anche le donazioni a favore delle onlus e simili, quindi ne verrà colpita anche l'opera delle associazioni protezioniste a integrazione - spesso in sostituzione - dei compiti delle Istituzioni pubbliche.













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