Bondone stroncato al cinema, la rabbia dei «bondoneri»

Lunelli: «Non diamo troppo peso». Verones: «Paragone con Cortina assurdo»


Giorgio Dal Bosco


TRENTO. E sotto l'albero di Natale del Monte Bondone turistico c'è un sacco di carbone. Il Babbo Natale, questa volta, è nelle vesti "cinepanettone" dal titolo "Natale a Cortina", attualmente in molte sale cinematografiche che, in verità, non stanno facendo il pienone. Il carbone consiste in alcune battutacce e smorfie dei protagonisti della sceneggiatura che, in un confronto comparativo con Cortina, attribuiscono al Monte Bondone in forma indiretta ed ironica la patente di stazione turistica da quattro soldi, roba da poveracci fantozzziani. Posto che la levatura di questo tipo di film non è propriamente da Oscar e che dunque il giudizio sul Bondone ha il peso di un pop corn, la cosa pare non essere piaciuta per nulla all'opinione pubblica trentina.

A far da pompiere ci sono, però, Gino Lunelli, amante principe del Bondone e famoso imprenditore, e pure la direttrice dell'Apt di Trento, Bondone e Valle dei Laghi Elda Verones.  «Da amante del Bondone - spiega Gino Lunelli - sono amareggiato. Praticamente, io, in Bondone, infatti, ci sono "nato". Da imprenditore, invece, giro la frittata e dico che forse non tutto il male vien per nuocere nel senso che questa potrebbe o dovrebbe essere l'occasione buona per trovare nuove soluzioni al rilancio del Bondone. Serve, cioè, mettere in campo società ed organismi nazionali specifici di assoluto pregio che sappiano analizzare il problema da ogni punto di vista: recettività, flussi, tendenze di costume, tendenze macro e microeconomiche, scelte di campo nette, visione globale. Serve un'analisi sociologica realizzata con i più sofisticati sistemi conoscitivi. Basta con quel pur volenteroso spontaneismo degli albergatori locali che non può produrre una visione scientifica del turismo a tutto tondo. E' tempo, costi quello che costi, di analisi complesse ed esaurienti».

Da uomo trentino Gino Lunelli non si sente, dunque, più di tanto offeso. Precisa: «Se a chiedermi un commento fosse stato un giornale nazionale o comunque non locale, avrei pregato il giornalista di soprassedere a qualsiasi giudizio. Sopire, lasciar perdere è questa la migliore strategia per rintuzzare il danno che comunque c'è, pur se costruito su una cattiveria gratuita e sulla indelicatezza. Poi, nello specifico, trattandosi nel film di pubblicità comparativa (Bondone-Cortina), criterio di valutazione improprio e mai intelligente, penso che il danno possa anche essere minore del previsto».

E come potenziale uomo politico e cinefilo?  «Non sono un politico e rimando alla mia analisi di imprenditore. Dopo aver dato mandato a chi di dovere e dalle grandi capacità di realizzare gli studi appropriati di cui sopra, il politico dovrebbe poter scegliere la proposta che ritiene più adeguata. Questo è il mestiere suo specifico. Per il Lunelli cinefilo basti dire che non ho mai visto film di questo genere e quindi sospendo il giudizio».

Anche Elda Verones, direttrice dell'Azienda di promozione turistica di Trento, Bondone e Valle dei Laghi butta acqua sul fuoco Argomenta: «Cortina è Cortina con tutti i suoi numeri storici e strutturali e, dunque, con i suoi prezzi coerenti che sono accessibili soltanto ai ricchi e all'alta borghesia. Il Bondone ha altro spessore d'immagine, un appeal sociale totalmente diverso. E'assurdo confrontare realtà non confrontabili».













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