Ateneo, i «paletti» dei docenti sullo Statuto

Inviato un documento a Bassi per difendere l'autonomia dai conflitti


Jacopo Tomasi


TRENTO. Evitare intrecci di nomine e prevenire i conflitti d'interesse. Sono questi i due "pilastri" sui quali si poggia il modello di Università immaginato dai 427 firmatari dell'ormai famosa petizione e messo nero su bianco in un documento dal titolo «Condizioni statutarie necessarie per l'autonomia», che è stato inviato nei giorni scorsi al rettore dell'ateneo trentino, Davide Bassi.  Il documento è stato rielaborato ed approvato durante l'assemblea che si è svolta a Economia il 24 novembre scorso ed ora è nelle mani del rettore con l'obiettivo che ne tenga conto in vista dell'ormai non lontana approvazione dello Statuto.

Con pochi giri di parole e grande concretezza, i docenti entrano subito nel merito mettendo dei "paletti" in difesa dell'autonomia. Chiedono che si evitino «intrecci di nomine che distruggono la distinzione di ruoli, accentrando il potere sempre nelle mani degli stessi». Alla luce di questo presentano un modello d'ateneo con il rettore eletto direttamente dalla comunità accademica, il Senato come camera di rappresentanza delle diverse aree accademiche ed il Cda che garantisca la presenza di componenti interne della comunità accademica. Questo è il punto più delicato, proprio perché la bozza di Statuto prevederebbe solo componenti esterni. Mettendo - secondo i docenti firmatari - a rischio l'autonomia dell'ateneo e rischiando di far emergere conflitti d'interesse.













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