Assistenza pre e post-parto la Provincia stanzia 500 mila euro

Martedì in giunta il piano sui percorsi nascita. Rossi e Borgonovo Re alla maggioranza : «Vogliamo potenziare il servizio ostetrico territoriale indipendentemente dalla chiusura dei punti nascita»


di Chiara Bert


TRENTO. Arriverà in giunta martedì prossimo la delibera sui percorsi nascita, ovvero la presa in carico delle donne nella fase che precede e che segue un momento delicato come il parto: servizi ostetrici territoriali potenziati, a partire da Borgo Valsugana dove il punto nascita è chiuso da tempo, ma progressivamente estesi anche agli altri ospedali periferici dove da mesi monta la protesta di sindaci e residenti contro la possibile chiusura.

Dopo una sperimentazione a Tione con 108 donne il progetto è pronto a partire. «Stanzieremo altri 500 mila euro per questo progetto con una variazione di bilancio», annuncia il presidente della Provincia Ugo Rossi, che ieri sera insieme all’assessora alla salute Donata Borgonovo Re e al direttore dell’Azienda sanitaria Luciano Flor ha incontrato la maggioranza.

Sui punti nascita la coalizione è spaccata e la mozione di Upt-Patt e Ual per chiedere una sperimentazione al ministro della salute Lorenzin, derogando così alla chiusura delle sale parto sotto i 500 parti all’anno (soglia fissata dall’accordo Stato-Regioni del 2010) è stata duramente criticata da Borgonovo Re e, con toni più soft, da Rossi. Ma il vertice di ieri è servito per disinnescare lo scontro, almeno finché non arriveranno dal ministero le risposte alle richieste trentine e altoatesine di una maggiore flessibilità.

Il capogruppo dell’Upt Gianpiero Passamani commenta soddisfatto: «Era un percorso che andava fatto 4-5 anni fa, ma è comunque positivo che si parta, è un servizio che servirà a rassicurare le donne. Quanto ai punti nascita, la nostra posizione è nota e siamo convinti che non possano chiudere solo sulla base di statistiche».

La scorsa settimana il consiglio provinciale aveva approvato un ordine del giorno di Rodolfo Borga (Civica Trentina) che ricalcava la mozione presentata da Upt, Patt e Ual, per proporre al ministro Lorenzin una sperimentazione in Trentino di un ospedale unico con sedi distaccate: il dispositivo concordato da Borga con l’assessora Borgonovo Re prevede di attendere la risposta del ministro ai quesiti posti lo scorso febbraio da Trento e Bolzano, prima di entrare nel merito di una possibile sperimentazione. «Noi decidiamo di investire con forza sul servizio ostetrico territoriale - spiega Rossi - il resto dipenderà dal grado di flessibilità che il ministero ci darà, una flessibilità che avrà comunque dei limiti». Roma potrebbe salvare - almeno momentaneamente - Cles, Arco e Cavalese, mentre appare segnato il destino del punto nascita di Tione dove nel 2014 i parti sono stati solo 137. Intanto in Alto Adige, dal 1° aprile ha chiuso il punto nascite di San Candido.

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